Martedì esce un libro di Javier Zanetti, Un legame mondiale, storie di calcio argentino e italiano, i suoi due mondi. Il vicepresidente dell’Inter ne ha parlato con Beppe Severgnini al Corriere della Sera.
SANTORO LO SCARTO’ NELLE GIOVANILI DELL’INDEPENDIENTE – «Sì, l’ho rivisto. Secondo me, a Santoro quella cosa gliel’ha detta l’allenatore di turno. Il calcio di queste storie è pieno».
ITALIANI D’ARGENTINA – «Il bisnonno Paolo in Italia non riuscì a tornare, neanche mio nonno. Io e mio padre sì. Siamo venuti a chiudere il cerchio, a noi la vita ha dato questa opportunità. Era bellissimo trovarsi in quel paesino accogliente, dove in tanti portano il nostro cognome. Tutti gran lavoratori, gli Zanetti».
I 5 ARGENTINI PIU’ FORTI IN ITALIA ESCLUSO MARADONA – «Questa è difficile… Vediamo. Angelillo. Quello della Juve, Sivori. Batstuta. Milito. E Cambiasso, per la sua intelligenza».
LAUTARO – «Lauti, ricordo quando siamo andati a prenderlo. Ha capito subito la grande opportunità che aveva. Ha saputo entrare nella cultura del calcio italiano e in quella dell’Inter. Se tu vedi, ogni anno Lautaro fa uno step in più…».
MARADONA E MESSI – «Confronto impossibile. Rappresentano epoche diverse, sono persone diverse. Diego è la poesia del calcio. Messi, la scienza».
LA PASSIONE IN ARGENTINA PER I SOPRANNOMI – «I telecronisti. Sono loro che ci battezzano, subito. E il nome rimane».
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