Che tipo di giocatore è Juan Jesus? Nella nuova Inter targata Mazzarri è indubbiamente un pilastro – per non dire il pilastro – della retroguardia, ad oggi la quarta meno battuta dietro a Roma, Juve e Napoli; a ben vedere anche l’anno scorso, aveva cominciato come meglio non poteva sotto la guida di Stramaccioni, un’autentica rivelazione anche considerata la giovane età, 22 anni, e il fatto che il suo acquisto nel gennaio 2012 era passato alquanto in sordina, quasi 4 milioni di euro per un ragazzo che comunque aveva giocato abbastanza, e bene, nell’Internacional. Invece la dirigenza nerazzurra ci aveva visto lungo, così come i suoi detrattori – insospettiti da una seconda parte di campionato, lo scorso, non all’altezza come del resto per tutta la squadra – si sono dovuti ricredere quest’anno.
Juan Jesus è un calciatore solido, ottima foga agonistica, piedi sopra le media per un difensore, riservato e gentile fuori dal campo, Mazzarri ripone in lui grande fiducia, tanto è vero che è sceso in campo in tutte le partite tranne quella col Livorno, andando pure vicino al secondo gol in Serie A domenica scorsa a Bologna (il primo e unico lo ha segnato nel maggio scorso in uno sciagurato Inter-Udinese 2-5); solo traversa per il brasiliano, che ancora ci ripensa: “Mi dispiace perché avevo colpito il pallone molto bene, poi il pallone è andato sulla traversa. Sarebbe stato un gol importante per noi“.
Eh già, perché se l’Inter avesse lasciato il Dall’Ara con l’intera posta in palio, a quest’ora sarebbe al terzo posto in coabitazione proprio con l’ex squadra del tecnico di San Vincenzo, il Napoli; dopo un nono posto, per il club meneghino arrivare in zona Champions (considerata anche la campagna acquisti non proprio faraonica, a differenza di quella juventina dell’estate 2011) sarebbe una mezza impresa, eppure Juan Jesus – che si è confessato a Sky Sport 24 – non si accontenta del gradino più basso del podio: “Firmare oggi per il terzo posto? Io firmerei per il primo perché l’Inter meriterebbe di essere sempre al primo posto“.
Idee chiare e obiettivi fissati, come quello da tempo professato dal suo allenatore di non guardare molto in avanti rispetto alla prossima partita: il futuro prossimo si chiama Sampdoria, quindi Trapani in Coppa Italia, solo prima di Natale ad Appiano Gentile cominceranno a preparare le sfide cruciali con Napoli e Milan (il 15 e il 22 dicembre); secondo il numero 40 dell’Inter c’è aria nuova dalle partita della Pinetina, il merito manco a dirlo è del maniacale Mazzarri: “E’ un allenatore intelligente, capisce bene il calcio italiano, guarda anche il singolo, parla con ognuno di noi. E’ un bravissimo tecnico e rimarrà così per tanto. Lui sta facendo bene perchè sta aiutando la squadra e la squadra aiuterà lui“. Parola di JJ.
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