Eraldo Pecci, metronomo granata negli anni ’70, ha parlato con il Corriere della Sera della situazione del Torino e di Juric.
LA SITUAZIONE DEL TORO – «Dopo 27 partite, la classifica non può mentire. Dunque, si vede una squadra senza infamia e senza lode. Balza agli occhi che ci sono due «Tori» diversi: in alcune partite i granata giocano bene, ma fanno fatica a concretizzare. In altre, invece, fanno più fatica a produrre occasioni da gol».
LA CRISI DEGLI ARBITRI – «É un momento delicato, nel quale ci sono molti errori da parte dei direttori di gara. Il ricambio generazionale non è facile e la qualità media dei fischietti non è alta. Però spezzo una lancia a favore degli arbitri: secondo me il regolamento, invece di aiutarli, li danneggia. Nel calcio non si può correre con le mano dietro la schiena o saltare con le braccia legate al corpo. C’è l’impressione che chi scrive le regole non capisca molto di pallone, o quantomeno non ci abbia mai giocato…».
IL LAVORO DI JURIC – «Io penso sempre che il destino delle squadre sia scritto dai giocatori, poi l’allenatore fa del suo meglio, ma in campo non ci va lui. L’allenatore, quando è molto bravo, porta un 2% di vantaggio, quando è un somaro può fare un 30% di danni. Riguardo a Juric, tuttavia, mi sembra di poter dire che la sua strategia sia più mirata a non far giocare gli avversari che a proporre produzione offensiva, lo dicono anche a numeri. Al contempo, la squadra lotta e dà quello che ha, non vedo problemi di atteggiamento, e da questo punto di vista lo spirito del Toro viene interpretato nel modo giusto. Per dire, vedo i giocatori andare a contrasto e non rotolarsi per terra perdendosi in simulazioni…».
NAPOLI-TORINO – «Sarà una gara in cui entrambe le squadre saranno obbligate a vincere. Il Napoli cerca di andare in Champions, il Toro vuole restare attaccato al treno europeo. Il pronostico è a favore del Napoli ma lo spazio per ribaltarlo c’è. Gli azzurri potrebbero non aver ritrovato tutte le certezze di un anno fa. Se il Toro partisse forte a inizio partita, potrebbe far innervosire gli uomini di Calzona e mettere la gara in discesa»
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