TURIN, ITALY - FEBRUARY 20: Leonardo Bonucci of Juventus FC celebrates victory at the end of the Serie A match between Juventus FC and Atalanta BC at Juventus Arena on February 20, 2015 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
La Juventus ha sconfitto nell’andata casalinga degli ottavi di Champions League il Borussia per 2-1. Mattatori della serata e conquistatori di copertine i due attaccanti bianconeri, Tevez e Morata, con lo spagnolo che per una volta supera addirittura il partner argentino in quando a complimenti, pagelle e titoloni. La partita, raccontata così, è un falso storico, classica approssimazione di chi potrebbe scrivere la cronaca soltanto leggendo il tabellino finale.
Che non vuol dire che i due punteros abbiano giocato male, anzi è stato proprio l’esatto contrario, con la Juventus appoggiata quasi totalmente sulle loro conclusioni (zero tiri in porta da parte dei quattro super-centrocampisti titolari, Pereyra subentrato ha almeno sfiorato il 3-1). Così come è vero che davanti il Borussia oggi è quasi solo Marco Reus. Il falso risiede però nelle attitudini delle due squadra, e sembra paradossale detto il giorno dopo l’erroraccio di Chiellini sul provvisorio 1-1 e dopo quel secondo tempo in cui il Borussia ha fatto tanta fatica a produrre quel suo calcio feroce e lineare verso la porta avversaria.
La morale, anche guardando i numeri oltre che l’intero scorrere della partita, è: la Juventus vive della propria solidità difensiva, il Borussia punta tutto sul muovere la palla bene a centrocampo. Chi ha toccato più palloni? Bonucci da una parte, Gundogan dall’altra (60 vs 76). Quale la combinazione di passaggio più frequente? Bonucci-Chiellini da una parte, Gundogan-Sahin dall’altra (16 vs 15). Dati che ci raccontano il differente modo di gestire la partita da parte di due squadre che effettivamente sembrano equivalersi, nei pregi e nei difetti per quanto quasi opposti.
Tant’è che quando funzionano a turno gli stratagemmi di Allegri e Klopp l’avversario mostra il fianco: quei 20 minuti prima del 2-1 (primo tempo) firmato da Morata per la Juve, la quasi totalità della ripresa per i tedeschi, progressivamente sempre più insicuri dietro e chiamati a lanci lunghi (44 la Juve, 61 il Borussia appunto) che gli toglievano la possibilità di passare dal loro reparto chiave. Quello su cui punteranno tutto per ribaltare la situazione a metà marzo al Westfalenstadion.
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