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Lazio, Pioli allo scoperto: “A questo punto vogliamo il massimo”

Sei vittorie di fila, da quattro match imbattuti (per Marchetti zero gol subiti da più di 400 minuti) e undici punti rosicchiati alla Roma in poco più di un mese: sono i numeri impressionanti della Lazio griffata Stefano Pioli, un allenatore arrivato sulla sponda biancoceleste della capitale con un pizzico di scetticismo ma solo perché alla sua prima vera grande occasione sulla panchina di una grande squadra. Alcuni scivoloni (Empoli e Cesena su tutti) avevano fatto storcere più di un naso, ma il momento attuale della Lazio autorizza a sprecare solo complimenti verso il trainer parmigiano, abile a plasmare una squadra solida e compatta con alcune individualità di valore assoluto (De Vrij, Biglia e soprattutto Felipe Anderson).

Intervistato questa mattina su Radio DeeJay, l’ex tecnico di Modena e Bologna ha spiegato i segreti di questo magic-moment laziale:

“La grande stagione è merito del lavoro di gruppo, al cui interno ci sono belle individualità. I meriti sono anche della società, mi hanno conosciuto e mi hanno scelto mettendomi a disposizione un’ottima squadra. Mancano dieci partite, i punti sono tanti e noi vogliamo portare a casa il massimo. Professionalità, sacrificio e qualità, sono questi i segreti per fare buon calcio e noi alla Lazio abbiamo tutto questo”.

Inevitabile chiedere a Pioli i motivi dell’esplosione di Anderson, l’anno scorso oggetto misterioso e da quattro mesi (con dentro pure un infortunio e sgradevoli vicende personali) giocate che pare un fuoriclasse in senso assoluto:

“La società ha trovato un giocatore con grandi potenzialità. Sta maturando e crescendo, avrebbe trovato comunque spazio al di là dell’infortunio di Candreva. E’ migliorato molto nel sapersi muovere e ha grande abilità fra le linee, dove è quasi immarcabile. Può andare ancora di più in profondità e fare ancora meglio”.

Per tenere vivo il sogno Champions, ora la Lazio non può permettersi di sedersi sugli allora ma insistere e tenere fermo il piede sull’acceleratore; come detto mancano dieci partite, a parte la Juve allo Stadium nelle prossime sei il calendario dice bene (Cagliari, Empoli, Juve, Chievo, Parma e Atalanta), ma le ultime quattro potranno valere l’intera stagione (nell’ordine Inter, Samp, Roma e Napoli):

“Lo stop per noi non è arrivato nel momento giusto ma ci sta aiutando, l’ambiente ci sta caricando e noi sappiamo che la prossima partita è quella più importante”.

Contro il Cagliari, per continuare a volare come l’aquila Olimpia.

vieni127

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