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Le lacrime di Abidal per l’addio al Barça: “Un giorno tornerò, ma ora voglio giocare” | Video

Con una toccante conferenza stampa oggi Eric Abidal ha detto addio al Barcellona, l’immagine di lui che alza al cielo di Wembley la Champions League appena vinta è forse il simbolo di una storia che è andata oltre i confini sportivi. Nel 2011 gli è stato infatti diagnosticato un tumore al fegato, era il 15 marzo e due giorni dopo viene sottoposto ad un intervento di rimozione, due mesi dopo è titolare nella finalissima contro il Manchester United vinta per 3-1. Sembrava il classico lieto fine, un anno dopo però ricomincia l’incubo, dovrà di nuovo sottoporsi ad un intervento, questa volta di trapianto, riceverà l’organo dal cugino, questa volta però i medici dicono che non potrà più tornare all’attività agonistica. Ma Abidal è un duro, a dicembre viene annunciato che potrà tornare a giocare e lo scorso aprile è finalmente riuscito a indossare nuovamente gli scarpini.

Anche per questo la notizia annunciata oggi ha colto un po’ tutti di sorpresa, al Barcellona avevano sempre fatto capire che il rinnovo del contratto per il difensore trentatreenne non sarebbe mai stato un problema, alla fine però non è stato così. Il club catalano ha offerto al francese un ruolo dirigenziale nel settore giovanile, Abidal lo ha rifiutato, non gli interessa guardare il calcio da bordo campo, si sente ancora in grado di dare qualcosa a quel gioco che per lui è stato sempre e prima di tutto una passione autentica. I giornalisti presenti in sala in tutti i modi hanno provato a capire come mai si fosse arrivati a questa clamorosa separazione, senza fortuna. L’unica cosa sicura, da quanto si evince dalle parole del giocatore, è che la separazione non è stata consensuale:

È una decisione che fa male, sono deluso, ma devo accettarla e rispettarla. Io voglio continuare a giocare e volevo farlo qui, ma non è possibile. Non ho ricevuto nessuna offerta, se arriveranno le valuterò. Io mi sento benissimo, ho 33 anni e voglio giocare fino ai 35. I medici dicono che sto bene e allora non è il momento di ritirarsi. Preferirei restare in Europa, anche perché i medici che mi seguono sono qui, ma vedremo. Devo parlare con mia moglie: le bambine a Barcellona stanno benissimo, si sono inserite, la scuola va bene, sarebbe un peccato spostarle. Ripeto, quando arriveranno offerte vedremo.

Di sicuro queste offerte non tarderanno ad arrivare. Nel frattempo è apparso evidente l’imbarazzo del club, di fronte alle domande incalzanti dei giornalisti Zubizarretta si è barricato dietro ad un discorso confusionario che non è certo riuscito a spiegare il perché non sia stato possibile offrire un nuovo contratto da calciatore ad Abidal:

Non siamo qui per parlare di calcio, ma di vita e la decisione è figlia dello stesso pensiero, non voglio entrare in questioni strettamente calcistiche, bisogna prendere in considerazione tanti aspetti diversi in questo caso, medici, emotivi…

Una risposta che non brilla certo per chiarezza, non ha fatto meglio Rosell che ha preferito spiegare il perché dell’offerta di un contratto da dirigente piuttosto che motivare il mancato rinnovo: “Il motivo della nostra offerta? Ci sono tre ragioni. Primo perché sa di calcio, secondo perché ha un carattere educativo non comune, è un ottimo padre, e terzo per la sua umanità: è perfetto per trasmettere i nostri valori e la nostra idea di calcio”. Anche in questo caso di chiarezza ce n’è ben poca, Abidal ha preso atto della situazione, ha ringraziato e ha preparato le valigie, ha promesso che un giorno tornerà, ma soltanto quando sarà sicuro di non poter più dare qualcosa al calcio.

A salutarlo c’erano proprio tutti, da Messi a Vilanova, dopo aver ringraziato tutti il francese ha espresso un ultimo desiderio e cioè quello di indossare ancora una volta la maglia blaugrana al Camp Nou, per l’ultima di campionato è atteso infatti il Malaga:

Me ne vado con bellissimi ricordi. Sei anni fantastici. Ho giocato ai massimi livelli, vorrei ringraziare tutti i miei compagni senza di loro non avrei vinto nulla. Avrei voluto continuare e spero che nell’ultima partita il tecnico mi conceda di giocare qualche minuto nel Camp Nou. Ho ancora un contratto con il Barcellona e voglio sfruttare ogni momemento che mi rimane per fare parte di questa squadra.

cesare10

Ingegnere poco più che trentenne, vive in una città con l'anacronistica (cit.) passione per i cavalli. In attesa di guadagnare con i numeri si diverte con le parole. Imbratta il web da tanto tempo. Una volta aveva anche un blog di dubbio successo, ma lo ha chiuso per aprirne uno del quale non ha mai rivelato l'indirizzo, regola che non sfugge a questa biografia: forse anche per questo, ma non solo, non ha lettori. Scrive di calcio per poter comprare il pane. Nel tempo libero scatta fotografie, partecipa a cortometraggi di aspiranti registi slavi e apre tumblr collaborativi con pretese virali. Gli piace guardare le facce delle bariste ogni volta che ordina bitter con gin.

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