Era fondamentale: incassare 10 milioni di liquidità per riequilibrare le forti scelte di mercato imposte da Roberto Mancini. Paradosso vuole che l’operazione non abbia riguardato i tanto chiacchierati Guarin (che avrebbe rifiutato tutto tranne Juventus e PSG), Icardi (bloccato da Mancini stesso) e Kuzmanovic (richiesta fuori mercato e con vaghi interessi mostrati soltanto in Bundesliga).
A finire nel vortice finanziario nerazzurro è quindi il giovane attaccante Federico Bonazzoli, per cui Mancini aveva speso parole di elogio ma che di fatto finisce sacrificato nella grande e difficilissima corsa al posto Champions che la dirigenza nerazzurra riformula con obiettivo minimo ingresso in Europa League senza preliminari.
Insomma, scelta forse logica, forse coraggiosa, ma anche con lo spettro di quanto fatto (con operazioni allora di prestito, comproprietà ecc.) con la generazione dei Destro, dei Donati, dei Caldirola. 10 milioni che si concretizzeranno lunedì 2 febbraio, al momento della firma di Bonazzoli (appuntamento già fissato per le 10 di mattina) nell’operazione che riguarda anche il centrocampista Duncan.
Entrambi i prodotti del vivaio interista passano quindi alla corte di Ferrero a titolo definitivo, con diritto di riacquisto fissato singolarmente. A dimostrazione anche che l’Italia, quando deve improvvisare, ama seguire anche un po’ le mode del momento…
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