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Manchester United, Giggs attaccato duramente dal padre: “Ci si può fidare di uno codardo e bugiardo?”

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Sabato pomeriggio tutto l’Old Trafford era in festa per accogliere nel migliore dei modi Ryan Giggs alla sua prima presenza sulla panchina del Manchester United dopo l’esonero di Moyes. La giornata si è conclusa con il trionfo dei Red Devils che hanno piegato il Norwich con un rotondo 4-0, eroi di giornata Rooney e Mata, entrambi autori di una doppietta, ma soprattutto il gallese beniamino di una metà della città da oltre un ventennio. A fine partita il neo tecnico ha confessato di aver provato una forte emozione, prima e durante tutto l’incontro ma che per fortuna alla fine tutto è andato per il meglio. La classica favola con il lieto fine.

A rovinarla ci ha pensato però il padre di Giggs, l’ex rugbista Danny Wilson che dalle colonne del Sun ha attaccato duramente il figlio, con il quale i rapporti non sono mai stati idilliaci. La famiglia di Giggs ha avuto un passato decisamente burrascoso, il padre era violento in casa e alla fine la moglie chiese la separazione. La stella del Manchester United si è sempre schierato dalla parte della madre tanto che arrivò a prenderne anche il cognome, così Ryan Joseph Wilson diventò Ryan Joseph Giggs. Le aspre critiche del genitore nei confronti del figlio affondano le radici in una vecchia diatriba familiare e cioè l’affaire sentimentale tra il calciatore e la moglie del fratello Rhodri, Natasha, una relazione durata molti anni con tanto di aborto della donna incinta del campione.

A quanto pare Wilson fa fatica a dimenticare e senza troppi giri di parole chiede ai tifosi dello United come possano dire di fidarsi quando di fronte c’è un uomo del genere:

Per essere un manager devi ispirare fiducia. Non vedo come i giocatori si possano fidare di lui dopo quello che ha fatto al fratello. Un uomo si giudica dalle sue azioni. Se lo conosci come un traditore, un infedele e un bugiardo come fai a fidarti? È noioso come un lavapiatti, non ha parsonalità. Mi annoia a morte sentirlo parlare. Ai miei occhi non è tagliato per il ruolo di manager.

Il genitore continua l’affondo ricordano un episodio risalente allo scorso novembre quando era andato a vederlo giocare contro il Cardiff, al suo ingresso in campo fu subissato dai fischi e alcuni tifosi arrivarono anche ad essere minacciosi con lui tanto che dovette lasciare la tribuna prima del fischio finale:

Non riesco nemmeno a pronunciare il suo nome per quanto sono arrabbiato con lui. Sono stato a vederlo giocare nella partita del Manchester United contro il Cardiff tre o quattro mesi fa. Sono riuscito a restare in tribuna finché è stato in panchina, quando è entrato in campo me ne sono dovuto entrare. Ogni tifoso del Cardiff lo insultava quando è entrato in campo, e non perché giocava per lo United ma per quello che aveva fatto al fratello.

Alla fine dell’intervista Wilson ammette di avere qualche responsabilità per come sono andate le cose, il fatto di aver abbandonato la famiglia quando il giovane Ryan era appena quattordicenne potrebbe aver influito su quello che è accaduto in seguito. Ma si dice sicuro di non essere disposto a perdonarlo dopo che con la sua condotta ha rovinato la vita al fratello. Curiosamente proprio il fratello sembra nutrire meno animosità, Rhodri gioca nello United of Manchester, la squadra dei tifosi contrari a Glazer, e ha parlato anche lui in questi giorni. Ovviamente i rapporti sono ancora tesissimi ma quando gli è stato chiesto un parere sull’incarico affidato al fratello ha risposto dicendo che approva la decisione e gli augurato un in bocca al lupo. Gli è stato chiesto anche se un giorno gli piacerebbe essere suo assistente o se finirebbero per litigare in panchina, ci ha scherzato su: “Avrei uno stipendio troppo alto e poi sono un giocatore dello United of Manchester. Se c’è il rischio che lo picchi? No, non credo, sarebbe troppo facile e poi è già successo”.

cesare10

Ingegnere poco più che trentenne, vive in una città con l'anacronistica (cit.) passione per i cavalli. In attesa di guadagnare con i numeri si diverte con le parole. Imbratta il web da tanto tempo. Una volta aveva anche un blog di dubbio successo, ma lo ha chiuso per aprirne uno del quale non ha mai rivelato l'indirizzo, regola che non sfugge a questa biografia: forse anche per questo, ma non solo, non ha lettori. Scrive di calcio per poter comprare il pane. Nel tempo libero scatta fotografie, partecipa a cortometraggi di aspiranti registi slavi e apre tumblr collaborativi con pretese virali. Gli piace guardare le facce delle bariste ogni volta che ordina bitter con gin.

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