VERONA, ITALY - OCTOBER 25: Marco Fassone (L) Head coach Vincenzo Montella of AC Milan look in a prior to the Serie A match between AC Chievo Verona and AC Milan at Stadio Marc'Antonio Bentegodi on October 25, 2017 in Verona, Italy. (Photo by Dino Panato/Getty Images)
Marco Fassone fa causa al Milan per il suo licenziamento. L’ex amministratore delegato rossonero ha ricevuto il benservito ad agosto, quando il club è sostanzialmente passato nelle mani del fondo Elliott. Secondo quanto riferisce l’Ansa, domani mercoledì 19 dicembre ci sarà la prima udienza davanti al giudice del lavoro di Milano, Luigi Pazienza. Stando a quanto sostiene l’avvocato di Fassone, Francesco Rotondi, si sarebbe trattato di un licenziamento “ritorsivo”, sottolineando come il 21 luglio scorso la nuova società gli fece un’offerta di 2,5 milioni di euro per andarsene.
Ovviamente, Fassone rifiutò la buonuscita e fu licenziato dalla società presieduta da Scaroni. Per questo motivo, l’ex ad tramite il suo legale chiede l’annullamento del licenziamento: nel caso in cui la sua richiesta fosse accolta, per il Milan ci sarebbe l’obbligo di reintegrare l’ex dirigente, nonostante la carica di ad sia ora ricoperta dal sudafricano Ivan Gazidis.
Non è comunque tutto, perché Fassone sostiene che anche la motivazione del suo licenziamento da parte del Milan fosse illegittima. Nella comunicazione ufficiale tramite la quale l’ex ad fu sollevato dall’incarico per giusta causa si parlava infatti di “grave indifferenza e negligenza rispetto a fondamentali interessi della nostra Società e delle risorse in essa impiegate” e si faceva anche riferimento a “lettere di contestazione disciplinare”. Infine, il Milan sottolineava da parte di Fassone anche “violazioni dei doveri” in merito al “rapporto di lavoro intrattenuto con la nostra Societa’, talmente gravi da non rendere possibile la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto medesimo, avendo determinato in maniera inemendabile e radicale, il venire meno dell’elemento fiduciario”.
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Tutte circostanze non fondate, secondo l’ex dirigente di Inter, Napoli e Juventus, che sostiene al contrario che il licenziamento sia stato soltanto un atto ritorsivo per aver rifiutato la transazione da 2,5 milioni di euro. Nel corso della prima udienza del 19 dicembre ci sarà solo la costituzione delle parti, che hanno già depositato al giudice del lavoro le rispettive e corpose memorie, poi sarà tutto rinviato ad altra data.
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