Il Milan sta vivendo una stagione altalenante, segnata da risultati altalenanti e da un clima di incertezza che avvolge la società. La squadra, attualmente guidata da Sérgio Conceição, non riesce a trovare continuità, oscillando tra prestazioni convincenti e passi falsi che hanno fatto storcere il naso ai tifosi. La proprietà, nelle mani di Gerry Cardinale e del fondo RedBird, è al centro di dibattiti: i supporters rossoneri si interrogano sul reale impegno economico e strategico del patron americano, mentre le scelte tecniche e gestionali continuano a dividere. In questo contesto, l’analisi di Ivan Zazzaroni, espressa durante la trasmissione Pressing su Mediaset, getta ulteriori ombre su una situazione già intricata, toccando punti nevralgici come la proprietà e il futuro dell’allenatore.
Zazzaroni non ha usato giri di parole nel commentare la gestione di Gerry Cardinale. “Quando i tifosi dicono ‘devi vendere’, mi chiedo se ha comprato. Sarà anche una battuta e una provocazione, ma l’ambiguità della proprietà è il punto focale del Milan”, ha dichiarato il giornalista. Secondo lui, la percezione di un disimpegno economico da parte del patron è palpabile, e l’idea che a decidere tutto sia l’amministratore delegato Giorgio Furlani, come ammesso dallo stesso Cardinale, accentua il senso di confusione. Zazzaroni ha poi sottolineato come i ritardi nelle decisioni societarie siano legati a un lutto personale di Furlani, ma questo non basta a giustificare una strategia che appare poco chiara agli occhi dei tifosi e degli osservatori.
Spostando l’attenzione sull’allenatore, Zazzaroni ha lanciato una rivelazione bomba: “Sicuramente Conceição lo cambiano. Poi ho saputo che il portoghese non è stato nemmeno scelto da Ibrahimović, ma da Elliott”. Questa affermazione mette in discussione il ruolo di Zlatan Ibrahimović come consulente tecnico e suggerisce una continuità d’influenza del fondo Elliott, nonostante la cessione del club. Per Zazzaroni, la posizione di Conceição appare fragile, frutto di una scelta non pienamente condivisa all’interno della dirigenza. Le sue parole dipingono un Milan diviso, dove le responsabilità si sovrappongono e la visione futura rimane incerta, alimentando il malcontento di una piazza che chiede chiarezza e ambizione.
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