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Milan, perché il problema è Seedorf?

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Non si può che provare un certo imbarazzo nel commentare il ‘caso Seedorf’. L’olandese è stato accolto in pompa magna dalla stampa italiana, ma soprattutto dalla dirigenza rossonera che l’ha anche “costretto” anzitempo ad appendere gli scarpini al chiodo pur di farlo diventare da subito il nuovo allenatore in sostituzione di Massimiliano Allegri. I risultati non sono stati esaltanti, ma comunque decisamente migliori di quelli arrivati nel girone d’andata. I rossoneri sotto la guida di Seedorf, alla prima esperienza in panchina, è bene non dimenticarlo, hanno conquistato 35 punti, insufficienti per pochissimo a centrare la qualificazione in Europa League.

Le critiche a Seedorf sono arrivate da più parti, ma cercando di essere obiettivi il lavoro dell’ex numero 10 non può essere denigrato così facilmente. Il suo predecessore, esonerato proprio dopo la sconfitta in casa del Sassuolo alla 19esima giornata, riuscì a mettere insieme appena 22 punti. Certo, senza la sconfitta contro l’Atalanta di due settimane fa, sarebbe stato il Milan a qualificarsi in Europa League e non il Parma (o il Torino), ma non si può fare una valutazione così parziale del lavoro di un tecnico.

Sicuramente la società aveva posto come traguardo la qualificazione europea, ma quando Seedorf ha preso in mano la squadra erano ben 10 i punti da recuperare al Verona, allora sesto, per riuscire nell’impresa. La rosa è rimasta sostanzialmente la stessa di Allegri, arricchita solo da qualche scommessa di mercato, non certamente da giocatori in grado (almeno sulla carta) di far compiere un salto di qualità.

Per cui, al di là di quei due punticini che sono mancati per festeggiare il traguardo europeo, il lavoro di Seedorf è stato ottimo. Anche la tanto discussa eliminazione negli ottavi di Champions League va reinserita nel giusto contesto. Il Milan in Europa ha una storia, ma la rosa attuale non ha nulla a che vedere con quelle che hanno vinto le 5 Champions League dell’epopea berlusconiana. Cosa avrebbe dovuto fare Seedorf? Trasformare i ‘brocchi’ in campioni dalla sera alla mattina?

Senza considerare che l’eliminazione è arrivata contro una squadra come l’Atletico Madrid che ha vinto la Liga mettendo in riga Barcellona e Real Madrid in Spagna e che in Champions è arrivata fino in fondo.

L’ultima di oggi è la presunta notizia riportata da Carlo Pellegatti su Sportmediaset, secondo la quale l’unica alternativa a Seedorf sarebbe Ancelotti, qualora quest’ultimo venisse esonerato dal Real in caso di sconfitta nella finale di Champions (altra follia). Ma anche dovesse tornare Ancelotti alla guida del Milan, cosa mai dovrebbe riuscire a fare con il ‘materiale umano’ al quale si è dovuto adattare Seedorf? L’atteggiamento della società milanista è semplicemente sconcertante.

Ricapitoliamo: Hanno richiamato un uomo che ha vinto tutto da calciatore con il Milan, costringendolo anche a smettere di giocare anzitempo. Gli hanno fatto firmare un contratto di due anni e mezzo parlandogli di un progetto di ricostruzione. Lui si è messo a disposizione ed ha fatto tutto il possibile con le risorse che aveva a disposizione.

L’esonero sarebbe una follia totale. Un insulto nei confronti di ‘una bandiera’ che per il Milan ha dato tutto, anche in questi cinque mesi scarsi da tecnico. Se un allenatore per meritare la riconferma deve compiere un miracolo, perché questo ci sarebbe voluto per riuscire a fare meglio, allora c’è davvero qualcosa che non va al Milan. Cacciare Seedorf servirà forse a regolare qualche conto all’interno della società, ma non farà bene né alla squadra né all’immagine dei rossoneri.

Chi ha fatto la storia come Seedorf non si può utilizzare e poi gettare via senza un valido motivo.

Questa la classifica della Serie A considerando solo il girone di ritorno:

    Juventus 50
    Roma 41
    Napoli 36
    Milan 35
    Lazio 32
    Parma 32
    Torino 31
    Atalanta 29
    Fiorentina 28
    Inter 28
    Sampdoria 24
    Udinese 24
    Verona 22
    Genoa 21
    Chievo 19
    Catania 19
    Cagliari 18
    Sassuolo 17
    Bologna 13
    Livorno 12

Stefano Capasso

Sono un giornalista pubblicista residente a Bologna. La mia collaborazione con Blogo è iniziata nel giugno del 2009 con il magazine CalcioBlog.it. Sfruttando la mia passione per molti altri sport oltre al calcio, dal luglio 2012 ho iniziato a scrivere anche su OutdoorBlog.it in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012.

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