Lo aveva promesso, pubblicamente e privatamente: Diego Milito terminerà la carriera nella sua società del cuore, che nonostante le difficoltà economiche sarà comunque l’ultima casa del bomber argentino. Si tratta del Racing Avellaneda, e Moratti ne è già a conoscenza: dopo il grave infortunio dell’anno passato il centravanti del Triplete e il presidente nerazzurro ne hanno parlato a fondo e ciò che ne è scaturito, in totale armonia, è che il momento giusto sarebbe comunque stato al termine naturale del contratto.
Già, perché un pensierino Milito lo ha fatto anche per l’estate 2013. Giusto un pensiero, dovuto alle paure del difficile recupero (quasi completato, a quanto pare), ma per Milito salutare l’Inter a testa alta, diversamente dai Lucio, dai Julio Cesar, dai Sneijder, è un atto dovuto. L’accordo quindi è un ultimo anno al massimo possibile, cercando di lasciare Milano dopo averla riportata nell’Europa che conta (quindi non solo in Europa League), e poi l’addio senza buonuscite, scaramucce e capricci reciproci vari.
Da quel momento quindi sarà soltanto Racing, ricordi dei bei tempi andati, ringraziamenti a vita per Preziosi e Gasperini che lo hanno consacrato raccogliendolo dai “bassifondi” spagnoli, racconti da libri di storia del calcio a proposito dello Special One. Per quanto riguarda Moratti, una vigorosa stretta di mano e difficilmente altro. Il dirigente argentino c’è già, predestinato in questo, e si chiama Javier Zanetti.
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