Morte Artur Jorge: il racconto di chi in Portogallo lo ha conosciuto bene

Tutto sulla carriera di Artur Jorge, ex ct della nazionale portoghese e allenatore del Porto. I dettagli in merito

La scomparsa ieri di Artur Jorge ha colpito profondamente il Portogallo. É stato il Commissario Tecnico della nazionale in due periodi distinti, dopo che con il Porto aveva conquistato la Coppa dei Campioni piegando il Bayern in finale. Ecco alcune delle reazioni più significative registrate alla notizia.

1) Artur Jorge è stato il primo presidente del sindacato calciatori, organizzazione fondata in Portogallo nel 1972. Joaquim Evangelista lo ha ricordato così: «Un uomo buono, che respirava calcio ed era sempre dalla parte delle cause giuste. È con grande tristezza che ho ricevuto la notizia della scomparsa di Artur Jorge e le mie prime parole sono rivolte alla sua famiglia e agli amici più cari, in questo momento di profondo dolore. Artur sarà sempre una delle figure più importanti e rispettate del calcio portoghese per il coraggio, lo spirito di missione e il sacrificio che hanno dato vita alla struttura sindacale mentre nel Paese c’era una dittatura».
2) Paulo Furte, stella del calcio lusitano che abbiamo visto fugacemente anche in Serie A con le maglie di Reggiana e Milan, è stato uno degli eroi del Porto campione d’Europa. Il suo affettuoso messaggio sui social parte proprio ricordo di ciò che disse Jorge nell’intervallo della finale, quando il Bayern era avanti per 1-0, risultato nella ripresa dall’uno-due di Madjer e Juary: «Hai 45 minuti per entrare nella storia». E ci siamo entrati! Non dimenticherò mai quelle parole né dimenticherò te. Grazie di tutto».
3) Sergio Conceiçao, attuale allenatore dei Dragoes, ha parlato di «una perdita enorme per il Paese, per lo sport e per il Porto». Rivelando di avere avuto con lui un grande rapporto: «Jorge è stato il primo a convocarmi in nazionale. Ho bellissimi ricordi di lui, sia come uomo che come grande professionista».
4) Mario Campos, compagno nell’Academica di Coimbra, ne ha rievocato l’esperienza di calciatore: «Gli piaceva molto il calcio, come a tutti noi, ma era anche studente e, in questo modo, si è integrato completamente qui a Coimbra e nello spirito che avevamo allora. Ci siamo conosciuti una mattina, durante un esame orale di Filosofia. Entrambi siamo stati bocciati e non capivamo il perché. Onestamente, ancora oggi non ho la risposta. Forse l’insegnante non tifava Academia, oppure non gli piaceva il calcio…».

Redazione F

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