La scena è la più celebre della carriera di Andreas Brehme, scomparso oggi prematuramente: il terzino della Germania dal dischetto, di fronte il portiere dell’Argentina Sergio Goycochea. Il tiro finisce in rete, la Coppa del Mondo del 1990 va ai tedeschi. Nel 2031, 31 anni dopo quell’evento, un media tedesco – Wettbasis Sportwetten – ha l’idea di riunire a distanza i due protagonisti di quel momento storico. Brehme è allo stadio di Monaco, Goycochea in collegamento tv. I due rivivono l’episodio.
Il terzino dice che a Italia ’90 la sua nazionale ha meritato la vittoria, esattamente come in Messico nel 1986 era stato giusto che ad alzare il trofeo fosse stato Maradona. Goycochea racconta al rivale che avrebbe calciato il rigore sul lato in cui l’ha intuito, ma che non si aspettava che fosse così rasoterra. Gli chiede se avesse cambiato idea al momento dell’esecuzione e Andy risponde convinto: «No, mai. Quando arrivo sulla palla, per la prima volta, guardo e decido se andare a destra o a sinistra». Aggiungendo un riconoscimento al rivale: «È stato molto difficile ma ero sicuro. Però era difficile calciare un rigore con un portiere come te». Infine, racconta che i possibili candidati al tiro che è valso il Mondiale erano diversi: Littbarski, Matthaus e lui, è stato Beckenbauer ad assegnarglielo.
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