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Mourinho ha il dente avvelenato: “Il Real Madrid non è calcio, il vero Ronaldo è brasiliano”

José Mourinho ha sempre portato nel cuore le squadre che ha allenato, è stato così per il Porto che lo ha lanciato, la storia si è ripetuta prima con il Chelsea e poi con l’Inter. Di sicuro non sarà lo stesso per il Real Madrid, i tre anni vissuti in Spagna sono stati difficilissimi per il portoghese, bersaglio continuo della stampa non è mai riuscito a fare breccia nei tifosi, alla fine ha lasciato e solo in pochi lo hanno rimpianto. Il portoghese ha rilasciato un’intervista per ESPN in cui ha parlato della sua nuova avventura al Chelsea, ma i passaggi più interessanti sono quelli in cui parla delle Merengues, pensieri non proprio affettuosi.

Il Real Madrid non è un club di calcio, almeno non solo, di mezzo c’è molto altro, tra cui politica, interessi, battaglie interne, è questo il succo del suo discorso:

So che il Real è un club speciale, ma non solo quello. Il Real non è calcio, non è sport, ma tutta un’altra serie di cose a contorno. Il secondo anno abbiamo vinto il campionato, siamo stati la miglior squadra della storia spagnola, abbiamo fatto 100 punti segnando 121 gol, il terzo anno era quello delle elezioni. Le elezioni nel club hanno molto significato ed eravamo nel bel mezzo di cose che non sono normali, solo le persone che sono all’interno possono capire di cosa si tratta. Tutto sommato la stagione non è andata male. Abbiamo raggiunto la finale in Coppa del Rey, abbiamo perso ma eravamo lì. Abbiamo raggiunto la semifinale in Champions League, non siamo arrivati in finale per un gol di differenza. Così la stagione è finita senza trofei, ad eccezione della Supercoppa, abbiamo battuto il Barcellona, ma è ovvio che per me non è sufficiente.

Ma Mourihno ci tiene a rivendicare tutti i successi della sua carriera, cominciata all’inizio del nuovo millennio con il ruolo di assistente. Per farlo rievoca il passato e lancia una frecciatina a Cristiano Ronaldo, anche con il suo connazionale l’addio non è stato dei migliori:

Ho iniziato la carriera da allenatore nel 2000, ma prima di allora ero assistente in grandi squadre con grandi tecnici e ho allenato i migliori giocatori al mondo. Avevo appena 30 anni e allenavo Ronaldo, non questo qui, quello vero, il Ronaldo brasiliano. Ho allenato Rivaldo, Figo, Guardiola, tutti grandi calciatori ed ero davvero giovanissimo. All’epoca non ero ancora allenatore, ero assistente ma sentivo che avevo una sorta di potenziale e così, nel 2000, ho cominciato la mia carriera. Dopo quattro anni ho vinto la mia prima Champions League, poi tutto è venuto di conseguenza.

Ancora a proposito di Real Madrid, il giornalista gli chiede cosa pensa dell’investimento milionario per Bale. Mourinho non si scompone, reputa il gallese uno dei migliori al mondo, e svela un piccolo retroscena:

L’ho chiesto al club lo scorso anno, ma non è stato possibile. Sembra che quest’anno lo sia e sono contento per loro perché prendono un giocatore fantastico ma, ovviamente, le cifre sono altissime e il ragazzo ora si sentirà sotto pressione perché dovrà dimostrare di valere un investimento del genere. Ripeto credo sia fantastico e si sarebbe potuto inserire facilmente negli schemi del mio Real. È un giocatore con il quale si possono coprire gli spazi e si sarebbe inserito bene nelle nostre dinamiche tattiche. Non so che progetti abbia Ancelotti, ma Carlo è un allenatore esperto e si sicuro riuscirà a valorizzarlo al massimo.

Lo Special One dimostra di essere sempre il solito, senza peli sulla lingua, senza paura di dire quello che pensa pur restando sempre corretto. Può piacere o meno, è il destino dei personaggi carismatici, di sicuro lo amano dalle parti di Fulham Broadway e in questo momento è la sola cosa che conta.

cesare10

Ingegnere poco più che trentenne, vive in una città con l'anacronistica (cit.) passione per i cavalli. In attesa di guadagnare con i numeri si diverte con le parole. Imbratta il web da tanto tempo. Una volta aveva anche un blog di dubbio successo, ma lo ha chiuso per aprirne uno del quale non ha mai rivelato l'indirizzo, regola che non sfugge a questa biografia: forse anche per questo, ma non solo, non ha lettori. Scrive di calcio per poter comprare il pane. Nel tempo libero scatta fotografie, partecipa a cortometraggi di aspiranti registi slavi e apre tumblr collaborativi con pretese virali. Gli piace guardare le facce delle bariste ogni volta che ordina bitter con gin.

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