Adriano Panatta alla Gazzetta dello Sport ha menzionato tutta una serie di gesti calcistici che gli provocano belle sensazioni: “Vengo affascinato maggiormente dalle grandi personalità, dai singoli nell’orchestra. Ne trovi di meno, ma i solisti che inventano sono il motivo per cui si sta fermi a vedere una partita. Ci danno la bellezza che chiediamo alla vita e allo sport. La purezza di un gesto è sempre la stessa, che si usi una racchetta o si calci una pallone. Il talento è ciò che sorprende, sbalordisce, emoziona”.
“Una sensazione che ti dà sottoporta Lautaro Martinez o Victor Osimhen, oppure Kvicha Kvaratskhelia e Rafael Leao quando iniziano a dribblare. Serve una loro giocata per rompere la noia. Ecco, nonostante Guardiola, il famoso ‘tiqui-taka’ fine a se stesso a sembrava noioso. Anzi, una vera rottura di palle”.
“Inzaghi sta meritatamente facendo una bella carriera: ha in mano la squadra più forte e la fa giocare bene. Per me è l’Inter la favorita per lo scudetto, subito dopo occhio alla Juve”.
“Mi ha fatto un po’ tenerezza, con tutto quell’accanimento subito… I tifosi pretendono un attaccamento alla maglia fuori dal tempo. Per me non c’è niente di male neanche ad andare in Arabia per fare cassa: lasciamo stare i modi, ma chi al posto di Mancini avrebbe detto di no a quell’offerta”.
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