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Parma, il lamento del Cebolla Rodriguez: “Pensavo di giocare, devo andarmene”

In undici anni, cioè dal 2004, Cristian “Cebolla” Rodriguez ha disputato 82 partite con la maglia dell’Uruguay, il sesto calciatore all-time per presenze con la Celeste non può permettersi di restarsene a casa la domenica, lui d’altra parte aveva lasciato l’Atletico Madrid proprio per giocare con continuità in vista della prossima Coppa America: senza procuratore e con uno stipendio pagato dai colchoneros, l’uruguagio pensava di aver fatto la scelta giusta, a starsene quattro mesi a Parma a metter minuti nelle gambe in vista della rassegna continentale dell’estate prossima. Insieme a Lila, Nocerino e Varela, Rodriguez doveva risollevare le sorti dei ducali da gennaio in poi, ma dopo quattro partite da titolare (e giocate per intero, più i 90 minuti di Coppa contro la Juve), per l’ex centrocampista del Porto la nota situazione dei gialloblu è stata una vera e propria mazzata.

Intercettato da BeIn Sports, il nazionale uruguaiano non ha esitato a definirsi “nauseato” per quanto sta accadendo a Parma:

“La situazione è complicatissima. Ciò che sta succedendo è incredibile, soprattutto se si pensa che il Parma è una grande squadra, che ha vinto titoli europei e attratto grandi giocatori. È tutto molto triste, ed è complesso spiegare come si sia potuti arrivare a questa situazione. I miei compagni non prendono lo stipendio da 7 mesi, ed è una vergogna. E lo stesso vale per allenatore e il suo staff, per il cuoco e tutta la gente che lavora nel club. E se i giocatori hanno mezzi per resistere, per gli impiegati è difficile. È una cosa pessima”.

Concetti replicati a Cadena Ser:

“Alcuni giocatori hanno abbandonato la squadra per questa situazione che si sta vivendo; è arrivato da poco un nuovo presidente che però continua a non pagare nessuno. Il primo giorno si poteva sperare che le cose si sistemassero, diceva che avrebbe pagato ma poi ogni giorno trovava una scusa diversa. Contro il Genoa, il presidente del club rossoblu ci avrebbe ospitati in hotel e ci avrebbe pagato i pasti. Non sappiamo se perderemo i punti, se potremo giocare… siamo nauseati. Parliamo tutti i giorni, e le risposte che riceviamo sono ogni giorno diverse. Non sappiamo se si gioca o no, se perdiamo i punti o no. Si, allenarci ci alleniamo, ma non basta, il morale è basso e si pensa ad altro non al calcio”.

Rodriguez aveva accettato il prestito perché gli scenari immaginati erano ben altri:

“Manca una persona che si faccia carico della situazione, che prenda l’iniziativa. Non c’è un presidente, qualcuno che si faccia carico del club, non c’è nulla. Io sapevo che le cose andavano male sul piano sportivo, che il Parma era ultimo, però non ero a conoscenza degli altri problemi. O meglio, sapevo che non si pagavano gli stipendi ma mi hanno detto che era arrivato un presidente ricco che si era impegnato a pagare tutti. Poi però questa persona se n’è andata per la porta di servizio, è arrivato un altro e questa è la situazione attuale: molto complicata. Un giorno di speranza, l’altro di depressione”.

Così dopo un mese o poco più ha già deciso di rifare le valige:

“Io sono venuto qui con l’idea di giocare ogni domenica per preparami alla Coppa America: potevo andare altrove ma ho scelto io il Parma. E ora non ho altra opzione che andarmene via. Gli unici campionati che mi possono accogliere per giocare questi 3 mesi prima della Coppa America sono Brasile e Stati Uniti. In Uruguay il mercato è chiuso, ho parlato con l’Atletico e mi hanno offerto la possibilità di tornare e di allenarmi con loro, ma ovviamente non posso giocare. E devo farlo. Per questo il mio futuro a breve sarà in Brasile o negli Usa”.

Il Gremio pare sia il club che più di ogni altro si è mosso per tesserarlo.

vieni127

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