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Peruzzi: “Ecco la verità sul gol fantasma di Empoli-Juve”

Angelo Peruzzi, ex portiere di Juventus, Inter, Lazio e Roma, ha rilasciato ieri una lunga intervista a Paolo Condò su ‘Gazzetta TV’: è stata l’occasione per ‘Tyson’ per ritornare su alcuni episodi che hanno segnato la sua carriera, dal doping quando vestiva la maglia giallorossa, alle esperienze in nazionale italiana, passando per il gol fantasma di Empoli-Juve, episodio che sta avendo ancora a distanza di tanti anni, una grande cassa di risonanza. “Dopo un Empoli-Juve mi chiama l’Avvocato – ricorda – : “Forse quella è stata la parata più bella che lei ha fatto alla Juventus”. In realtà avevo preso gol. In quel momento non me ne resi conto, io mi girai e chiesi a quelli della Croce Rossa dietro la porta: risposero che era entrata di 20 centimetri. Volevo dire tutto a fine partita, non andai io in conferenza stampa”.

Restando in ambito Juve, ‘Tyson’ Peruzzi ricorda un aneddoto simpatico sull’avvocato Agnelli, uno che era solito chiamare spesso i calciatori più rappresentativi della Vecchia Signora:

“L’Avvocato ogni tanto chiamava, sempre alle 7-7.10: la prima volta risponde mia moglie e mi dice “C’è uno che vuole prenderti in giro, dice che chiama da Casa Agnelli”, ho messo giù. Ma poi richiamano e rispondo io: dopo 10 minuti di attesa – continua il racconto – , venne davvero lui al telefono. Mi domandava sempre: “Quanto pesi?”. Una volta venne a vedere un allenamento con Gorbaciov e da dietro la porta mi chiese: “Quanti rigori pareresti a Platini?”. E io: “Presidente, 3 o 4”. E lui mi fa: “Io penso nessuno”.

Ovviamente, la pagina più buia della sua carriera è legata al doping: quando vestiva la maglia della Roma fu trovato positivo alla fentermina. Per un calciatore di 18 anni, la cui carriera sta per decollare, è stata una bruttissima botta:

“È stata la peggior stronzata che ho fatto nel mondo del calcio: il Lipopill – spiega – me lo diede un compagno perché venivo da uno stiramento e non volevo farmi di nuovo male, ma quando la Roma mi disse di fare ricorso dissi di no. Ho sbagliato, ho pagato con un anno di squalifica ed è stato giustissimo. Poi ebbi un paio di discussioni con i dirigenti della Roma, solo il presidente mi difese”.

Esperienza in chiaroscuro in nazionale: con Zoff non andò come sperava, mentre con l’amico Lippi arrivò la vittoria del Mondiale del 2006.

“Nel 2000 mi sentivo forte, avevo fatto una grande stagione all’Inter così quando Zoff mi disse che sicuramente non avrei giocato, gli disse che non mi andava di fare il terzo portiere. Poi Buffon si fece male e Toldo giocò benissimo. Finito all’Europeo, sia io che Zoff andammo alla Lazio e lui mi disse che ero stato stupido, che alla fine magari avrei giocato io. Nel 2006 a Lippi dissi di sì, perché lui mi chiamò per fare il secondo di Buffon. Finita la partita festeggiammo come pazzi, poi siamo rientrati negli spogliatoi. Ero molto legato a Zidane, così andai a trovarlo, lui era lì che fumava una sigaretta, non abbiamo parlato dell’episodio”.

Mirko Nicolino

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