«Ha saputo sfruttare l’entusiasmo dei suoi ragazzi e dare un gioco moderno e propositivo»: difficile non essere d’accordo con quanto sostiene Arrigo Sacchi a proposito di Stefano Pioli, che ha stravinto la sfida con la Juventus e che continua ad accendere il popolo rossonero.
C’è un indicatore per dimostrare quanto e dove il lavoro del mister abbia saputo creare quell’energia che appare irrefrenabile? Proviamo a trovarlo nel suo massimo momento, ovvero nell’ultima giornata dello scorso torneo, quando il Milan si è laureato campione d’Italia. Ebbene, che cosa successe quel giorno? Non solo il Diavolo si presentò al meglio all’appuntamento con la Storia, cosa non semplicissima visto che molti giocatori non avevano ancora vinto nulla e in questi casi non è mai da escludere che ti possano tremare le gambe. A colpire fu il modo, quel primo tempo implacabile, con il gol di Giroud a togliere le paure dopo poco più di un quarto d’ora. E, soprattutto, quell’uno due in 4 minuti, ancora del francese e poi di Kessie, a chiudere i conti.
Niente di meglio, niente di più indicativo, per l’appunto, per una squadra che vuole sentirsi forte approfittare della scia positiva e sfruttarla fino in fondo. Che sia questo il segreto e la forza del Milan, questa capacità di colpire e di farlo immediatamente dopo, senza
dare all’avversario il tempo di reagire? In fondo, è esattamente ciò che è successo in Milan-Juve. Il timing del successo è stato perfetto: gol a un soffio dall’intervallo, raddoppio al
nono della ripresa. Due colpi al morale dell’avversario, il ko non lontano dal primo pugno ben messo a segno, entrambi dopo un lavoro ai fianchi di buon livello (i due pali colpiti da Leao). É una mentalità da pugile già evidenziata alla prima giornata – dallo 0-1 al 2-1 con l’Udinese in 3 minuti -; nel passaggio della ripresa nel derby, dall’1-1 al 3-1 con le reti di Giroud e Leao in 300 secondi; e, ancora, con addirittura i 2 exploit nei minuti di recupero a Empoli, appena incassato il gol del momentaneo pareggio dei toscani. Pioli non sa solo cogliere l’attimo. Lo sa prolungare e lo rende la vera differenza con gli altri: è questo il segno del suo dominio.
L’articolo Pioli è un pugile: i colpi da ko del Milan proviene da Calcio News 24.
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