Walter Sabatini ha parlato anche di Inter nel corso di un’intervista concessa a Numero Diez. “Io la base del ciclo? No, non bastano due parole per rendersi protagonista di una vicenda. I meriti vanno ripartiti tra Beppe Marotta, Piero Ausilio e il resto della società, oltre ai tecnici che si sono succeduti in questo periodo: il primo è stato Luciano Spalletti, il quale, perlomeno, ha riportato la Champions League a Milano. Questo lavoro è stato portato brillantemente avanti da Antonio Conte e, adesso, sta trovando continuità con Simone Inzaghi. Sono loro i protagonisti. Io mi chiamo fuori, perché ritenersi un protagonista per cinque parole, spese in un certo periodo di tanti anni fa, sarebbe un’appropriazione indebita”.
“È una sfida bellissima e suggestiva, che parte da due presupposti diversi: il primo riguarda l’Inter, che è una squadra straordinaria con dei meccanismi perfetti e una grande prolificità. I nerazzurri trovano facilmente la porta avversaria, hanno una media goal altissima e un livello di gioco eccellente. La Juventus è una squadra pragmatica, che, però, dà l’impressione di sapere, che, prima o poi, vincerà la partita. Indirizzano tutti i loro comportamenti con questa idea fissa in mente. Questo è un grande merito dell’allenatore, perché sanno quello che fanno e sanno quello che vogliono ottenere: quindi, sarà una lotta aperta fino all’ultimo brandello di campionato. L’Inter mi sembra più avanti, perché mi sembra una squadra che gioca un calcio straordinario con dei giocatori contigui uno all’altro e ottimamente integrati. Giocano bene e giocano un calcio ottimista e propositivo. Trovano la porta con facilità, mentre la Juventus con facilità si difende e fa fatica a trovare la porta avversaria. Oggi c’è una differenza sostanziale con l’Inter: i nerazzurri sono una corazzata forte, i bianconeri lo diventeranno. Quindi, dentro questa oscillazione ci saranno gli esiti del campionato per quanto riguarda la lotta al titolo”.
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