Arrigo Sacchi ha parlato ai microfoni di TMW del suo grande Milan. Ecco le parole dell’ex allenatore:
«Quel Milan fu costruito da grandi persone e da grandi idee. Lavorammo molto, il club, con la sua competenza e il suo stile viene prima della squadra. Il calcio non è uno sport individuale, come tanti pensano. Riempivamo sempre lo stadio e la gente si divertiva. In Italia, se uno fa le cose semplici, è già un rivoluzionario. Io non guardavo i piedi ma le persone. per me il calcio è fatto di un collettivo di intelligenze. Io dissi al presidente che se mi prendeva Ancelotti vincevamo il campionato. Lui mi disse ‘ma è zoppo’, ma gli risposi che era un giocatore intelligente. Io ho fatto spendere poco al Milan, volevo persone, guardavo all’etica del collettivo, del lavoro. Non volevo individualisti, giocatori avidi, ma giocatori che giocassero con la squadra e per la squadra. Maradona l’eccezione? Non so se lo avrei preso. La stampa, o almeno la maggior parte, non guarda il gioco ma il risultato. A noi interessa vincere. Per noi una vittoria senza emozioni non era una vittoria. Una vittoria senza merito non è una vittoria. Senza un grande club è difficile che uno possa fare grandi cose».
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