Sergio Brio, difensore juventino dal 1978 al 1990. Domenica sera sarà allo stadio nella città dove è nato per assistere dal vivo a Lecce-Juventus, la “sua” partita. Ne ha parlato al Corriere della Sera.
LECCE-JUVENTUS – «La Juve a Lecce ha tantissimi tifosi. Ci sono parecchi club di zona, uno intestato al sottoscritto. Una vittoria resterebbe nella storia del club giallorosso. Ho avuto una grande carriera in bianconero, ma non dimentico i miei 8 anni nelle giovanili del Lecce e il periodo alla Pistoiese. Ho una dote che molti dimenticano: la riconoscenza».
IL CALO DI KRSTOVIC – «Sì, anche Almqvist mi aveva impressionato di più in avvio di campionato: ha corsa, dribbling ma gli manca qualcosa per mettere in difficoltà gli avversari. Ma davanti c’è anche Piccoli, che non è affatto male».
VLAHOVIC IN CRESCITA – «Nell’ultimo mese è stato decisivo. Se è in forma, cambia le partite. Ha un fisico strutturato e solo 23 anni: i suoi 9 gol all’attivo non sono pochi. Il Lecce dietro può contare soprattutto su Pognracic, un grande difensore che sa dirigere il reparto».
GATTI NUOVO BRIO – «Questo è tutto un altro calcio, rispetto al mio. Posso rivedermi in Gatti, sì, anche se ogni giocatore ha le sue caratteristiche e lui è un difensore moderno».
GRANDI EX NELLA DIRIGENZA – «Per diventare un dirigente bisogna fare praticantato, non ci si inventa presidenti. Penso a Boniperti, ma anche allo stesso Ferrero. Le cose stanno andando bene, lasciamo lavorare questa dirigenza».
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