In questi giorni, con l’inizio delle coppe europee, si è iniziato a parlare molto della gestione delle risorse umane. Squadre come l’Inter, basate su un impianto tradizionalmente iterato da parte dell’allenatore, quando hanno provato a variare la formazione tipo non hanno avuto le risposte che si sperava da chi abitualmente sta in panchina. Ma Inzaghi a fine gara è stato categorico: non si può fare altrimenti, è stato il suo messaggio, si gioca ogni tre giorni, è impensabile riproporre sempre gli stessi uomini.
Un caso estremamente interessante è quanto avvenuto ieri nel campionato brasiliano. Si affrontavano due squadre dalla posizione di classifica e dalle conseguenti motivazioni praticamente agli antipodi: Atletico Paranaense contro Internacional di Porto Alegre. La formazione di casa voleva i 3 punti per agganciare il Flamengo al sesto posto, in modo da poter accedere alla Copa Libertadores del prossimo anno, se si riuscirà a mantenere la posizione. Quella in trasferta, invece, la Copa Libertadores la giocherà e sarà il suo prossimo impegno, con la semifinale d’andata nel derby brasiliano con il Fluminense. Ergo: il suo tecnico Eduardo Coudet ha optato per un massiccio impiego di riserve. Per la verità, la risposta è stata positiva, e in parte pure eccessiva, visto che nei primi dieci minuti due interventi hanno portato a togliere dalla gara due giocatori avversari: e su Madson non si può parlare di volontarietà, il fallo di Hernandez su Vitor Roque è stato durissimo, da arancione.
La stella che sarà del Barcellona è uscito in lacrime, decisamente mal ridotto. Primo tempo sull’1-1 – al gol di Erick ha risposto per gli ospiti De Pena -, gara vivace a tratti. Decisamente meglio la ripresa, piena di situazioni interessanti. E quando Coudet ha mandato in campo i big per non fargli perdere il ritmo gara (Mercado, Wanderson, Patrick, Valencia) è arrivata la sconfitta. Un paradosso istruttivo, maturato a un minuto dal termine con il colpo di testa di Santana, dopo che in precedenza l’Atletico aveva centrato due pali con Thiago Heleno e Canobbio. Morale della favola: se si scelgono le riserve e non i titolari, forse è bene percorrere la strada fino in fondo. Altrimenti, meglio non fare turn-over…
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