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STATS – L’anno no di Cristiano Ronaldo, ma almeno in Arabia ha giocato e segnato

Tutti i numeri di Cristiano Ronaldo, attaccante portoghese, in Arabia Saudita con l’Al Nassr. Tutti i dettagli

Gli amici si vedono nel momento del bisogno. Ed è così che Jorge Mendes, fino a 6 mesi fa agente di Cristiano Ronaldo, ha espresso tutta la stima nei confronti del suo assistito di un tempo proprio quando è andata a bilancio la sua annata in Arabia Saudita. Con l’Al Nassr sono maturati zeru tituli, per dirla con la nota formula del suo connazionale José Mourinho. Ma il giudizio non è cambiato: «Devi vedere cosa ha fatto nella storia del calcio. Quel che conta è il gol. C’è molta della sua forza lì e anche molto lavoro. È un esempio per i giovani e ha fatto tutto ciò che un grande professionista avrebbe dovuto fare perché lui è il migliore di tutti. Ma è anche vero che era un giocatore forte già da giovane: si parlava di Ronaldinho e Messi, ma quando era giovane Cristiano era già fortissimo. Nell’uno contro uno è esplosivo. Cristiano è diventato una macchina. Molte persone non hanno mai pensato a quel processo di crescita che lo ha portato ad essere il migliore della storia. Per me sarà sempre il migliore della storia». Non solo: il significato vero della sua nuova esperienza, secondo Mendes, non è tanto nei risultati (ma qui, conoscendo CR7, sa che difficilmente sarebbe d’accordo vista la sua voglia di successi). Conta di più un altro aspetto: Dovremmo essere tutti molto grati per tutto ciò che ha fatto per lo sport nazionale, per il calcio e per il suo paese: è il più grande ambasciatore del Portogallo di sempre».
Cosa dicono i numeri del 2022-23 complessivi? Andiamo a vedere cosa è maturato in questa stagione divisa in due.

Partiamo dai gol: in Premier League, col Manchester United, aveva segnato solo all’Everton; vanno aggiunti poi due centro in Europa League, sia all’andata che al ritorno contro lo Sheriff. In Saudi Pro League ha ritrovato le sue abitudini, ha chiuso il torneo con 14 reti in 16 incontri, si è preso la soddisfazione di firmare una quaterna e una tripletta e al massimo ha trascorso due gare senza segnare. Non ha potuto entrare nella lotta per il titolo di capocannoniere, in quanto partito troppo tardi, ma non c’è arrivato neanche troppo lontano, giusto 6 lunghezze dal vincitore, il marocchino Hamdallah. La sua titolarità non è mai stata messa in discussione, mentre nelle 10 gare che lo hanno visto in campo in Inghilterra solo 4 volte ha fatto parte della formazione di partenza scelta da Ten Hag. Il totale è di 1630 minuti contro 580. Basta e avanza per giustificare l’uscita dall’Europa

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