É ancora molto presto per definire se questo può essere l’anno del Real Madrid. Ma alcuni indizi ci sono già e meritano di essere approfonditi, in attesa del ritorno dl campionato che, anche in virtù dell’inizio degli impegni europei, fatalmente complicherà la situazione un po’ per tutti.
1) La differenza di Jude. Che fosse un fuoriclasse lo si era capitato in tutte le salse, date le prestazioni fornite in Bundesliga e con la maglia della nazionale inglese. Ma che Jude Bellingham dopo 4 giornate si sedesse sul gradino più alto del podio della classifica cannonieri con 5 centri non era francamente preventivabile. Vero, Ancelotti gli ha disegnato uno spazio che gli consente di colpire. La rete che ha deciso l’ultima sfida col Getafe segnala però una determinazione sottoporta che non si sospettava così funzionante. Al novantacinquesimo si è avventato sul pallone non trattenuto dal portiere Soria, peraltro miracoloso in non poche circostanze in precedenza. Sono cose che faceva Benzema, per intenderci, fino a prova contraria la quintessenza dell’attaccante contemporaneo. E su wikipedia Jude Bellingham viene definito «centrocampista»…
2) L’immane produzione offensiva. I numeri si gonfiano negli stati di necessità. Il Real nell’ultima gara si è trovato sotto all’intervallo e ha avuto bisogno di produrre tanto per guadagnare 3 punti. Tanto ha significato 26 tiri, con 3 legni annessi. Una ferocia che ha significato volere mantenere il primato in classifica a tutti i costi. E che, per fare l’esempio più vicino, non ha mostrato il Barcellona nella gara inaugurale pareggiata con lo stesso avversario, contro il quale ha confezionato poco più della metà delle conclusioni dei rivali storici, 14.
3) I precedenti. La storia è maestra di vita e qualcosa può insegnare, anche se la coerenza non è propriamente semplice da rintracciare nel calcio. Dopo 4 giornate, il Real è l’unica a punteggio pieno e alla ripresa ospiterà la Real Sociedad. Due anni fa, quando vinse il titolo, a questo momento del torneo aveva 2 punti in meno per effetto di un sofferto pareggio per 3-3 col Levante. Lo scorso campionato, che il titolo l’ha visto col binocolo, era partito con 6 vittorie consecutive. Ancelotti è avvertito: scattare è importante, ma non basta nelle lunghe corse a tappe.
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