In Turchia è esploso un caso dopo la mancata disputa della partita di Supecoppa tra Galatasaray e Fenerbahce. Il motivo è legato alle celebrazioni del centenario della Repubblica turca e la figura di Ataturk, padre della patria e, secondo l’opposizione a Erdogan: «diventato oggetto di contrattazione».
Il governo dell’Arabia Saudita, dove si sarebbe dovuta tenere la partita in una strategia di distensione politica tra i due paesi, ha vietato infatti l’ingresso sul terreno di gioco di striscioni e magliette con riferimenti al fondatore della nazione turca moderna, oltre che al no per lo striscione «Pace a casa, pace nel mondo» che le due squadre volevano portare in campo. Questi i motivi che hanno convinto le due squadre, storicamente rivali, di non presentarsi di comune accordo in campo.
Dopo gli attacchi a Erdogan, il presidente turco però è passato al contrattacco, rispondendo alle opposizioni che: «Non dovete abusare di ciò che è essenzialmente un evento sportivo. Tutto il mondo sa come difendiamo l’onore della Turchia e del popolo turco. Trasformare lo sport in una questione politica è sbagliato, fuorviante e non serve a niente».
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