Uruguayan Penarol's Jonathan Sandoval (L) vies for the ball with Nacional's Carlos de Pena during the Uruguayan derby football match at the Centenario stadium in Montevideo on May 17, 2015. AFP PHOTO/Miguel ROJO (Photo credit should read MIGUEL ROJO/AFP/Getty Images)
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Ieri si è giocata la finale Scudetto del campionato uruguaiano. A sfidarsi le squadre più titolate del Paese; da una parte il Nacional – nel quale milita anche l’ex-interista Recoba -, vincitore del campionato di Apertura, e dall’altra il Peñarol, che invece ha vinto il torneo di Clausura. La rivalità tra le due squadre e tra le due tifoserie è di quelle accesissime, che spesso sfocia in disordini vari. La partita si è giocata in un clima incandescente e i maggiori momenti di tensione si sono raggiunti quando il Peñarol ha rimontato due gol nel finale del secondo tempo, prolungando la partita oltre il 90esimo. Lancio di oggetti di ogni tipo anche nei supplementari quando Romero ha segnato il gol del 3-2 per il Nacional. Al 113esimo minuto sul prato verde è entrata anche un’ambulanza – non si è capito per quale motivo, forse per sottrarsi al lancio di oggetti – fatto che ha indotto l’arbitro a sospendere la partita. Nonostante mancassero 7 minuti alla fine dei supplementari il Nacional ha iniziato a festeggiare come se avesse vinto il campionato, come se l’arbitro avesse decretato il fischio finale. Il Nacional è stato addirittura premiato in campo con la Coppa consegnata dalla Federazione, che però adesso dovrà trovare una soluzione visto che ballano ancora quei 7 minuti non giocati. Spetterà dunque alla stessa Federcalcio uruguaiana il compito di risolvere la questione perché il Peñarol, ovviamente, si rifiuta di riconoscere la sconfitta.
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