Come si legge sulle pagine del Corriere della Sera, il big match di domenica 4 febbraio tra Inter e Juve si gioca, per ora, fuori dal campo.
Protagoniste le provocazioni lanciate dal tecnico bianconero, subito rispedite al mittente da Inzaghi, Lautaro e Acerbi.
Domenica si gioca, ma il derby d’Italia versione scudetto va avanti da settimane. È il gioco di ruoli che accende il campionato, un duello dialettico con identici obiettivi, ma protagonisti diversi: la Juve ha un grande mattatore, Allegri; l’Inter si affida ai leader in campo, capitan Lautaro e il generale Acerbi. Il tema ricorrente riguarda l’onere di portare addosso l’etichetta di favorito. Il punto cardine della battaglia verbale di Max, che dopo il pareggio con l’Empoli ha ribadito: «Andremo a San Siro con l’obiettivo di fare risultato contro la netta favorita per lo scudetto».
Un concetto proposto anche in forme più fantasiose — il paragone con il gioco guardie e ladri: «Noi cacciatori? Se c’è qualcuno davanti, dietro c’è chi insegue» —, come a sottolineare la distanza che, nelle previsioni di inizio stagione, doveva separare Inter e Juventus. Max impone il ritmo e alza il livello di provocazione quando necessario («Noi Sinner e loro Djokovic? Non so, poi la prendono male, sono permalosi»), ma soprattutto nasconde dietro il suo carisma i suoi ragazzi: si fa fatica a trovare parole dei giocatori juventini sullo scudetto (l’unico a esporsi è stato Szczesny) e ancor di più verso i colleghi interisti.
Sull’altro fronte invece Inzaghi resta sottocoperta e smorza i toni, sia per chi si lancia in facili entusiasmi — dopo Firenze ha ammonito: «Vittoria non decisiva, come non sarebbe decisivo battere la Juve» — sia per chi lo vorrebbe turbato dalle stilettate di Allegri: «Le sue frasi non mi hanno dato fastidio, non penso ci sia stata maleducazione». Così a schierarsi sono stati due pretoriani. Lautaro ha scelto poche ma accurate parole di rientro dal Franchi: «Proseguiamo per la nostra strada senza guardare e parlare di nessuno», quasi a sottolineare la differenza tra «noi» e «loro». Un mese fa Acerbi, infiammato dalle critiche per un pareggio a Genova, è stato più diretto: «Abbiamo perso Brozovic, Dzeko e Lukaku. Dicono che dobbiamo stravincere il
campionato, ma la Juve ha speso 200 milioni per Vlahovic, Chiesa e Bremer, noi abbiamo preso giocatori a zero».
L’articolo Verso Inter Juve, Inzaghi e Lautaro rispondono così alle provocazioni di Allegri proviene da Inter News 24.
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