Il Corriere della Sera ha intervistato Piero Volpi che ha parlato principalmente della medicina sportiva. “Avere uno staff attento porta dei punti in più, ma una stima non è facile. Quest’anno all’Inter siamo riusciti a sistemare tante situazioni e a contenere il rischio degli infortuni. Ma attenzione: gli scienziati lavorano e vivono nelle università e negli ospedali”.
“Hanno segnato delle epoche per la medicina sportiva. Non si pensava che un giocatore del livello di Kanu, reduce da una finale olimpica, potesse avere una patologia di quel tipo. Ma fu eclatante anche il trattamento chirurgico al cuore a cui fu sottoposto: un miracolo della medicina sportiva. Il caso Ronaldo nel 2024 forse con la moderna chirurgia del ginocchio verrebbe affrontato in maniera più spedita. Eriksen è un caso più recente: a fare la differenza è stata la grande capacità organizzativa e di soccorso dell’ambiente”.
“Il futuro è interfacciare dati innumerevoli per far sì che il giocatore possa avere il rendimento migliore. Ma ci sono anche dati che non si vedono: lo star bene in gruppo, come nell’Inter quest’anno, non è scontato e fa la differenza, perché si abbassa lo stress psicofisico, aumentato anche dai calendari”.
“La strada è trovare un equilibrio nel minutaggio dei giocatori di tutta la rosa. Si può far male chi gioca troppo, ma anche chi gioca troppo poco”.
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