Lecce-Inter, con il suo inequivocabile verdetto finale, dimostra un po’ di cose sul rapporto tra statistiche e risultato. Si può anche tirare di più, come hanno fatto i padroni di casa (14-11), ma in certi casi è più uno sforzo vano che il modo per pungere davvero. Dall’altra parte, infatti, si centra la porta e si fa gol (7 tiri nello specchio e 4 reti).
E, soprattutto, è la tempistica delle realizzazioni a colpire: vantaggio di Lautaro allo scoccare del quarto d’ora a indirizzare la gara; 3 exploit nel giro di 14 minuti nella prima parte della ripresa a effettuare una prova di forza che porta l’Inter, come ha scritto La Gazzetta dello Sport, a una situazione molto semplice: «Di questo passo – mantenuto il più 9 sulla Juve seconda – e con questa autorevolezza, lo scudetto sarà una pura formalità». Anche perché i nerazzurri non hanno neanche bisogno di prendere campo per fare la differenza: a Via del Mare la squadra ha mantenuto un baricentro più basso di 7 metri rispetto agli avversari, puntualmente trafitti ogni qualvolta sono ripartiti.
In questo quadro, è comprensibile l’esaltazione dei giornali milanesi. A partire dal lavoro che sta facendo il tecnico, più che mai protagonista. Ecco i voti e i giudizi.
INZAGHI – Unanimità per La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera con il 7,5. Per la Rosea «Ha una risposta per ogni domanda. Che lo aggrediscano, come ieri il Lecce, o che lo aspettino, fa poca differenza: Inzaghi sa sempre cosa fare». Per la testata generalista «Il secondo gol, costruito tutto dai riservisti, è forse il segnale più importante: tutti sono sincronizzati sull’orologio della Grande Fuga». Nessun dubbio e solo una leggerezza differenza di accenti su chi sia il migliore in campo.
LAUTARO – Per il Corriere è da 7,5: «Sono 101 in A e 22 in questo campionato: già meglio di un anno fa (21). E la poca voglia di uscire la dice lunga sulla sua carica». Gazzetta lo innalza all’8 in pagella con motivazioni simili: «Centouno gol in Serie A, 22 in questo campionato, da capocannoniere. Lautaro centravanti universale, con “l’instinct killer” devastante».
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