«Il Toro domina la scena sul piano del gioco: il pari è troppo poco per quanto i granata hanno prodotto. Va alla sosta con sette punti dopo tre partite e un Toro molto vivo: può essere soddisfatto»: è questa la valutazione de La Gazzetta dello Sport sullo Juric che porta via da Monza un punto e un bel po’ di rimpianti, oltre che recriminazioni sulla direzione di gara. Stesso voto – 6,5 – per quanto riguarda il mister dall’altro quotidiano di casa Cairo, il Corriere della Sera: «Il Toro parte forte, prende il comando delle operazioni, costruisce subito occasioni e subisce il solito torto arbitrale (quando segna Rodriguez Caldirola era caduto per terra da solo e manca un rigore a Lazaro). Gioco, occasioni, gruppo: c’è tutto».
Dal punto di vista statistico i numeri raccontano una realtà meno granata e un po’ più equilibrata. Ilic e compagni hanno certamente fatto la partita, come attesta il 56% del possesso palla (60 nel primo tempo). I tiri sono però stati uguali, 12 a testa, gli Expected Goals praticamente anche (il Monza ha uno 0.14 in più, praticamente nulla), anche falli e cartellini sono stati assolutamente identici.
Il migliore in campo tra i granata è stato Duvan Zapata, che sul Corriere prende 7 e sulla Gazzetta addirittura 7,5 con la seguente motivazione: «Serata da supereroe: firma due assist, il secondo è quello buono dopo essersi portato dietro tre difensori. Guadagna spazi, apre varchi, costruisce. Molto più che un apriscatole, è travolgente». Non ha funzionato invece Gineitis, bocciato con un secco 5 da entrambi i giornali. Per il Corriere della Sera «Tocca a lui sostituire Linetty piazzandosi davanti a Buongiorno, un asse centrale difensivo tra i più giovani d’Europa. Entra bene in partita, ma commette un terribile e pesante errore di valutazione sul rilancio del portiere del Monza che al 65′ manda in gol Colpani. Un minuto dopo entra duro e si becca un giallo, errori di gioventù. Esce in lacrime». La Gazzetta prova ad assolverlo in ragione dell’età, pur non cambiando il voto: «Non c’è da buttargli la croce addosso, perché è il primo errore grave da quando veste il granata. A 19 anni qualcosa gli si può perdonare».
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