Un pareggio che ha concentrato tutte le emozioni nei minuti di recupero, con il botta e risposta tra Abraham e Saelemaekers. Roma-Milan non è stata certo una gara spettacolare: un po’ per lo stato di salute delle due squadre (i giallorossi, in particolare, continuano a perdere i pezzi) e un po’ per l’importanza della posta in palio. Così, il primo dei 7 scontri diretti in cartellone nella corsa Champions si è chiuso senza vinti e vincitori, non esprimendo alcun verdetto dal carattere un po’ più preciso.
I numeri fotografano questa parità?
La dimensione più importante del gioco, ovvero le conclusioni, è assolutamente identica. Il Milan ha tenuto molto più palla degli avversari, in coerenza con l’attendismo che di solito ha la squadra giallorossa. Che però è riuscita a toccare più palloni – e non di poco – nell’area avversaria ed in fondo, essendo passata in vantaggio, può legittimamente nutrire qualche rimpianto in più. Orsato ha fischiato poco, nessuna delle due squadre ha toccato i 10 falli, anche se La Gazzetta dello Sport non ne ha approvato l’intero operato rifilandogli un 5,5 motivato così: «Decisionismo da vendere, oltre che visione spesso infallibile: ma quell’entrata di Ibanez (pericolosa) era da sanzionare diversamente. Mancano due gialli».
Proprio il giornale rosa ha fotografato la gara su un piano di assoluta normalità: nessuno dei giocatori presenti ha meritato un 7 o un 5 e tutte le valutazioni hanno oscillato tra il 5,5 e il 6,5. Altra analisi ha proposto il Corriere della Sera, che ha visto alcune eccellenti prestazioni – Celik e i due marcatori della sfida – e un po’ di insufficienze più marcate. C’è un solo giocatore, invece, sul quale il giudizio differisce in maniera sensibile ed è Brahim Diaz. Per la testata sportiva il fantasista del Diavolo viene «assolto per la volontà che ci mette nel primo tempo pigro del Milan». Per quella generalista, invece, il 5 è dovuto per non avere approfittato dell’occasione: «Contro una difesa rattoppata doveva fare molto di più».
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