A nulla sono serviti gli appelli delle autorità sanitarie di Bergamo: prima di Atalanta-Real Madrid, gara valida per l’andata degli ottavi di Champions League, si sono verificati cortei e assembramenti in violazione delle vigenti normative anti Covid. I tifosi bergamaschi, ormai dimentichi dei carri militari pieni di bare della prima ondata del virus, si sono ritrovati per strada con sciarpe, bandiere e fumogeni per accompagnare i ragazzi di Gasperini verso il Gewiss Stadium.
Centinaia e centinaia di supporters della Dea non hanno resistito al richiamo del match di cartello e dimenticando che la loro città sia stata unno dei simboli della piaga coronavirus, se ne sono infischiati del distanziamento e in alcuni casi anche delle mascherine. Dopo le scene già viste nei giorni scorsi a Milano prima del derby e a Roma prima di Lazio-Bayern, l’ATS (Agenzia di Tutela della Salute) di Bergamo si era premurata di pubblicare una lettera con la quale si invitavano i tifosi a rispettare le norme anti covid in occasione della partita.
“Accompagniamo i nostri calciatori nerazzurri idealmente con il sostegno della nostra vicinanza e col calore che loro meritano e noi sappiamo regalare, ma con la prudenza che il momento storico ci richiede, evitando assolutamente la presenza fisica allo stadio e nelle sue vicinanze: teniamo ben presente il pericolo di contagio di quel virus che stiamo combattendo con tutte le nostre forze e capacità”, si leggeva nella lettera. Parole al vento.
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