Paolo Bargiggia, noto giornalista, è intervenuto in esclusiva a Juventusnews24.com. Ecco le sue dichiarazioni sui principali temi in casa bianconera, all’indomani dell’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Inter.
La Juventus è fuori anche dalla Coppa Italia: è un’eliminazione meritata nei 180 minuti?
«Credo che l’eliminazione sia assolutamente meritata. La Juve di Allegri non è riuscita a costruire niente di propositivo, praticamente c’è stato un tiro in porta per tempo. Con un atteggiamento come sempre troppo passivo. Se vuoi vincere delle partite e superare dei turni non ti puoi limitare agli episodi. C’è stata scarsa intensità agonistica e la debole occupazione del campo che conosciamo del campo di Allegri di quest’anno».
L’ha convinta la formazione iniziale schierata da Allegri a San Siro?
«Non mi ha convinto, ma ormai sono abituato agli schieramenti senza senso di Allegri. Poi il problema non è tanto lo schieramento, ma come tu alleni questo modulo in settimana. L’interpretazione e la rappresentazione, su qualsiasi modulo, è sempre insufficiente, debole e remissiva. Poi ieri credo che Allegri si sia superato in negatività, mettendo in campo Bonucci e facendo dei calcoli da farmacista con Danilo. Stanco o non stanco, diffidato e non diffidato, è sempre uno dei migliori. Poi ha dovuto metterlo lo stesso. Allegri aveva sbagliato a gara in corso anche col Napoli regalandogli progressivamente campo».
I numeri dell’attacco sono sempre più impietosi. Qual è a suo giudizio la causa principale?
«I numeri dell’attacco sono figli di un calcio offensivo che non c’è. Non c’è in partita ma evidentemente anche nel lavoro settimanale. Il calcio è uno sport di squadra che deve rispettare uno spartito e coinvolgere tutti i giocatori in campo. Senza quello non c’è fase offensiva. Allegri si è sempre basato su giocate singole, su episodi individuali e su ripartenze e contropiedi. Questo è il peggio per dei giocatori d’attacco. Anche se fossero i più forti al mondo verrebbero penalizzati, ingrigiti e intristiti da un calcio che non c’è».
Come si spiega la crisi di Vlahovic? Non è il campione che la Juventus si aspettava
«La crisi di Vlahovic deriva da quello che dicevo prima. Ha scelto una squadra sbagliata, che non fa un calcio offensivo e non lo mette mai in condizione di giocare con la faccia alla porta ma sempre di spalle. Poi sicuramente c’è una minima percentuale di sopravvalutazione nell’averlo preso in tutto fretta a gennaio dello scorso anno per 80 milioni pensando che un ragazzo del 2000 da solo potesse risolvere i problemi. I problemi li risolvi, come si sta vedendo in tutta Europa e anche in Italia con i vari Thiago Motta, Italiano, De Zerbi, il calcio si è evoluto, è offensivo è corale e coraggioso. In un non-calcio come quello di Allegri è chiaro che non c’è un giocatore che si possa valorizzare».
Quella di Allegri è una Juve troppo conservativa
«Beh, chiaramente è troppo conservativa. È assolutamente conservativa ma anche allenata male. E comunque pur nell’essere conservativa non ha intensità e non ha ritmo».
Servirà un’altra Juventus per battere il Siviglia nel doppio confronto…
«Serviranno i soliti episodi o le giocate individuali. Non abbiamo mai visto una Juve convincente durante la stagione. Quella striscia di risultati utili erano solo risultati, il gioco è stato sempre uguale. Non la rivedremo diversa col Siviglia. È chiaro che è un calcio che si basa molto sugli episodi e sulle giocate. I numeri di Allegri nelle ultime partite sono impietosi».
In ogni caso, si aspetta la conferma di Allegri a fine stagione?
«Purtroppo per la Juve mi aspetto la conferma di Allegri perché ci sono segnali in questo senso. È un errore folle che secondo me pagheranno ancora e si pentiranno. Ha un contratto pesante e blindato, però un gruppo come Exor non dovrebbe aver paura di risolvere un contratto del genere. È che evidentemente il lavoro deficitario di Allegri non viene valutato e pesato nella giusta misura dagli attuali dirigenti, perché nessuno è uomo di calcio. E quindi preferiscono affidarsi a lui ma alla fine sbagliano a tenerlo, ma al 95% lo terranno anche quasi al 100%».
Infine, in estate c’è il rischio di perdere qualche big. Si aspetta almeno un addio eccellente?
«In estate alla Juve sarà comunque rivoluzione. Almeno 7-8 volti nuovi li vedremo, la squadra molto probabilmente non parteciperà alla coppe europee per un anno anche se dovesse vincere l’Europa League. Subirà una penalizzazione di 6-9 punti e probabilmente riuscirà a patteggiare per la manovra stipendi prendendo una multa pesantissima. Ed è chiaro che su queste basi la rivoluzione sarà fatta per forza. Taglio dei costi, fuga di qualche giocatore svincolato, purtroppo si devono tenere sul groppone Pogba che è un altro regalo amaro che ha fatto la gestione Agnelli. Cominceranno a muoversi quando avranno preso un direttore sportivo che mi sembra fondamentale. Serve anche prenderlo bravo e che capisca di calcio».
Si ringrazia Paolo Bargiggia per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.
The post Bargiggia: «La Juve paga il non-calcio di Allegri. Ma sarà confermato» – ESCLUSIVA appeared first on Juventus News 24.
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