Il Corriere dello Sport ha intervistato Hakan Calhanoglu che ha fatto importanti rivelazioni anche sul suo futuro.
«Posso dire che l’Inter è stato, innanzitutto, un cambiamento pesante nella mia vita. Perché trasferirsi qui dal Milan non è facile. Ma a me l’Inter era sempre piaciuta, anche in passato. Sin dal primo giorno in nerazzurro, è cominciato un percorso straordinario, che ha segnato la mia carriera e che mi ha fatto diventare il giocatore che sono».
«Lo spogliatoio, il gruppo. Appena arrivato, ho scoperto che qui c’erano persone differenti. Ho avvertito subito il calore. La sensazione è di essere in famiglia. Il comfort è assoluto. E ognuno si sente importante. Per i nuovi arrivati le porte sono aperte: da parte di tutti c’è la disponibilità ad aiutare. Non è semplice costruire un ambiente del genere. Ma è questo che fa la differenza».
«Al 90 per cento. Ci manca ancora qualcosa per essere al top. Ma questa stagione è molto più intensa rispetto alla scorsa. Si gioca ogni tre giorni, senza sosta. C’è meno riposo. Ma grazie al turnover e alle rotazioni stiamo gestendo bene le forze. Al momento giusto alzeremo il livello».
«Abbiamo la consapevolezza di potercela giocare con tutti. Ci sono altre due-tre squadri forti, che sono certamente pericolose. Ma noi abbiamo imboccato un percorso importante, che ci ha fatto crescere e che, allo stesso tempo, ha eliminato gli alti e bassi. Ora, l’Inter è una squadra continua. Abbiamo lavorato tanto per riuscirci, ma abbiamo riportato l’Inter al livello dove merita. Il nostro obiettivo come giocatori è rappresentare l’Inter nel migliore dei modi e lo stiamo facendo».
«C’erano gli Europei e fino a che non sono finiti il mio procuratore non mi ha detto nulla. Poi mi ha chiamato dicendomi che c’erano queste opzioni. Io l’ho fermato subito e gli ho detto senza esitazioni: “Parla con l’Inter, non con me. Farò solo quello che vogliono loro”. Non posso altro che ringraziare questo club e la gente che ne fa parte. Mi hanno sempre aiutato e sostenuto. In particolare Ausilio. È stato importantissimo per me, sia sul piano sportivo sia su quelle personale. Mi ha dato fiducia e fatto capire che potevo essere un giocatore importante per l’Inter. E così è stato. Questo è il motivo per cui sarà sempre l’Inter a decidere per me».
«Me lo auguro, è la mia speranza. Anche perché ormai non sono più così giovane. E nel calcio non si può mai sapere cosa accadrà. Ma sicuramente resterò il più a lungo possibile».
«Ha visto la mia qualità e la mia intelligenza in campo. Ha avuto l’intuizione di trasformarmi da mezzala in regista. Ed è stata la svolta nella mia carriera. Mi ricordo che, qualche anno fa, lo avevo già incrociato quando guidava la Lazio. Anche quella era una squadra che giocava bene. Mi vengono in mente le sue telefonate prima di arrivare all’Inter. Le sue parole sono state stimolanti e mi hanno convinto della scelta. Ha spinto tanto per farmi venire. Siamo arrivati insieme e, dopo tre anni e mezzo, si può dire che abbiamo fatto qualcosa di importante».
«Può raccogliere il testimone da me? Deve riuscirci. Per me, è come se fosse un fratello piccolo. Lo sto aiutando e devo dire che lui mi ascolta molto. Ha sicuramente diverse qualità, ma deve migliorare ed è il primo a saperlo. Anche perché se giochi per l’Inter, devi sempre dimostrare qualcosa. Sta imparando e noi siamo qui per aiutarlo. Sono sicuro che, dopo di me, sarà importante».
«Sì, ma il mio sogno è conquistarla con la maglia nerazzurra. Con l’Inter ho vinto tutto in Italia. A questo punto, mi manca solo l’Europa. Come ho già detto, siamo sulla strada giusta».
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