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Caressa durissimo: “Non ha capito che era alla Juventus”

Sky Calcio Club: Caressa affonda su Motta. “Fallimento totale, mai entrato nello spirito Juve”. Il paragone con la nuova era Tudor è netto.

Fabio Caressa, volto e voce simbolo di Sky Sport, non ha usato mezze misure nel commentare l’avventura di Thiago Motta sulla panchina della Juventus. L’occasione è stata la recente puntata di “Sky Calcio Club”, dove il giornalista ha sviscerato il flop dell’italo-brasiliano, esonerato poche settimane fa e rimpiazzato da Igor Tudor. Non si è trattato solo di un’analisi dei numeri, risultati altalenanti e un gioco mai davvero decollato, ma di un affondo su ciò che, per Caressa, Motta non è riuscito a cogliere: l’anima della Vecchia Signora. Il confronto con la Juventus targata Tudor, più grintosa e “riconoscibile”, ha fatto da sfondo a un giudizio tranchant che ha acceso discussioni tra i tifosi e non solo.

“Motta non ha capito la Juventus”

Nel cuore della sua analisi, Caressa ha puntato il dito su un aspetto cruciale: l’identità bianconera. «La Juventus di stasera la riconosci dall’esultanza di Locatelli, che si batte la mano sullo stemma dopo il gol», ha detto, riferendosi al match contro la Roma. Un’immagine che, per lui, segna la distanza abissale con l’era Motta. «Thiago non ha capito cosa sia la Juventus, non ha capito dove si trovasse», ha rincarato, senza giri di parole. Secondo il giornalista, sotto la guida dell’ex tecnico la squadra mancava di quel fuoco, di quella connessione con la storia del club che i tifosi pretendono. Il paragone con il presente è impietoso: con Tudor, la Juve sembra aver ritrovato un dna che Motta non è mai riuscito a instillare.

L’intervista che non convince

Non è finita qui. Caressa ha riservato critiche anche all’intervista concessa da Motta al Corriere della Sera dopo l’addio. «Se parli, devi dire qualcosa. Non puoi limitarti a dei ‘no’ e basta», ha tuonato. Per il giornalista, l’ex allenatore ha sprecato un’occasione d’oro per fare chiarezza su un esonero che ancora divide. «Dopo dieci giorni di silenzio, ti aspetti un racconto, non mezze frasi. Così è inutile», ha chiosato, sottolineando come Motta abbia lasciato più domande che risposte. Un silenzio a metà che, per Caressa, è l’ennesima prova di un’esperienza juventina mai davvero compresa fino in fondo.

Redazione F

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