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Carlo Ancelotti: “Bisogna sradicare gruppi organizzati di tifosi, è lì che si genera casino”

Carlo Ancelotti ha commentato, mese per mese, il 2014 dalle pagine de La Gazzetta dello Sport. Un anno a dir poco strepitoso per il suo Real Madrid che in 112 anni di storia mai aveva vinto quattro titoli in un anno solare. Stavolta invece sì, grazie alla Champions League, Supercoppa spagnola, Supercoppa europea e Mondiale per club. Solo 7 le sconfitte nel complesso:

Non lo sapevo, la cosa mi ha sorpreso e riempito d’orgoglio. Perché in questo 2014 siamo entrati nella storia di questo club immenso e vogliamo continuare. Ognuno ha le sue ambizioni e per me è più importante fare storia qui che vincere altrove. Siamo arrivati a 18 trofei internazionali come il Milan: ho allenato due squadre che hanno fatto la storia del calcio mondiale. Sono legatissimo al Milan e lo sarò del Real quando me ne andrò. C’è tempo però. La situazione del rinnovo di contratto è chiara: non so quando, ma si farà. Sto troppo bene, a tutti i livelli. La mia storia qui continua.

Messo in chiaro il suo futuro, Ancelotti ha detto la sua su due temi caldi che riguardano il calcio italiano. A partire dalla violenza fuori e dentro gli stadi, il cui più emblematico esempio risale a maggio scorso in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. La soluzione proposta dall’allenatore italiano è chiara:

Bisogna sradicare i gruppi organizzati: è li che si genera il casino. Io non sono contro gli ultrà ma si può andare allo stadio a tifare anche senza farlo in gruppi organizzati, come succede in Inghilterra e in Germania. Qui ora dopo il morto del Manzanarre si sono rimboccati le maniche e stanno facendo grandi cose. Real Madrid e Barça hanno fatto un gran lavoro con i propri ultrà.

A proposito delle parole di Capello sulla Serie A non allenante, che avevano fatto insorgere Antonio Conte nella scorsa stagione:

Sono d’accordo nel senso che guardi la Serie A in tv e ti accorgi che i ritmi sono certamente diversi rispetto a quelli di altri campionati. Però non so se la Serie A non è allenante: nel calcio non conta solo l’aspetto fisico e a livello tattico si che la Serie A è molto esigente. Le squadre italiane sono molto organizzate e anche per questo i ritmi sono più bassi. Oggi in Europa siamo penalizzati ma prima non lo eravamo, e abbiamo sempre giocato così.

Da segnalare, in chiusura, i complimenti a Totti (“Immortale, mi dispiace solo non averlo allenato”) e l’ottimismo per il percorso europeo della Juventus:

Ce la può fare col Borussia Dortmund. Dovrà solo ricordarsi che giocherà contro il Borussia di Champions e non quello di Bundesliga.

Massimo Galanto

Classe 1988, pugliese di nascita, è giornalista pubblicista dal 2010. Scopre il mondo dei blog per caso, dopo esperienze legate ai giornali di ‘carta’. Laureato prima all'Università degli Studi di Bari e poi a La Sapienza di Roma, vive nella Capitale. Ma in questo momento potrebbe essere ovunque.

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