Dopo la replica velenosa di Antonio Conte alle critiche di Fabio Capello alla Serie A e in particolare al collega più giovane, ecco la presa di posizione di Luciano Moggi. Andiamo con ordine.

Il tecnico friulano nei giorni scorsi si era detto contrario alla decisione assunta da Conte di punire i calciatori bianconeri dopo la rimonta subita con l’Hellas Verona cancellando il giorno di riposo. Ieri, dopo il successo contro il Chievo, Conte aveva risposto parlando di “puzza in casa d’altri” e dicendo che “dei suoi anni ricordo non tanto il gioco, quella era la Juve di Lippi o di Trapattoni, sì ricordano gli scudetti revocati”. Parole che peraltro hanno disturbato anche parte della tifoseria juventina per il riferimento – poi chiarito dallo stesso Conte – alla revoca dei tricolori. Oggi a Panorama l’ex direttore sportivo della Signora, estromesso dal mondo del calcio dopo Calciopoli, ha preso le difese di Capello, che fu portato sulla panchina della Juventus proprio da Moggi nell’estate del 2004.

(Conte) Si vede che era nervoso, ma sicuramente qualcuno ci ha marciato sopra altrimenti non si può spiegare. Con me quelle dichiarazioni non le avrebbe neppure fatte. Mi avrebbe chiesto il permesso… Conte gioca in uno stadio dove c’è scritto che la Juventus ha 31 scudetti. Allora dovrebbe dire ‘Non gioco qui’.

Sull’ipotesi secondo la quale Conte sarebbe in cattivi rapporti con Capello (nonostante le parole che potete ascoltare nel video in apertura di post e che risalgono a dicembre 2013) perché di fatto col suo arrivo a Torino finì la sua carriera da calciatore, Moggi ha detto:

Nessun legame e comunque ogni allenatore ha il dovere e il diritto di decidere chi gioca e chi no. Conte era alla fine della carriera e lo escludo: sarebbero polemiche da bambini. Credo che qualcuno abbia caricato Conte e montato una polemica che non vedo e che mi sembra assurda. Lo ripeto, quelle di Capello erano parole d’elogio.

Qual è, dunque, l’interpretazione che Moggi dà alle parole di Capello? Eccola:

Se Capello ha detto che la serie A oggi non è abbastanza allenante e la Juventus in estate ha aggiunto Tevez e Llorente mentre gli altri hanno venduto i pezzi migliori, mi sembra che abbia fatto un elogio a Conte e alla società e non una critica. Non capisco tutto questo casino.

In ogni caso, per fugare un eventuale dubbio sul fatto che Moggi volesse col suo intervento riappacificare le parti, ecco la dimostrazione che in realtà non è così. Infatti, quando gli è stato chiesto quale delle due Juventus sia stata la più forte, la risposta (interessata, evidentemente) è stata:

La Juve di Capello ha dato risultati importanti. Se l’Italia ha vinto il Mondiale nel 2006 il merito è della Juve di allora. C’è un abisso tra quella e questa squadra.

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Rassegna stampa 17 febbraio 2014: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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