UEFA chief refereeing officer Pierluigi Collina attends the opening session of the 9th Dubai International Sports Conference on December 28, 2014 in Dubai. AFP PHOTO/MARWAN NAAMANI (Photo credit should read MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images)
Pierluigi Collina, ex arbitro e attualmente designatore Uefa, festeggia 55 anni e lo fa rispondendo alle domande del quotidiano sportivo la ‘Gazzetta dello Sport’. Considerato uno dei migliori fischietti a livello mondiale della storia recente, Collina tocca diversi argomenti mettendo come comune denominatore il “cambiamento”. Il calcio è in costante evoluzione, a tutti i livelli, ed è chiaro che i regolamenti non possono sottrarsi alla necessità di essere al passo con i tempi. Ecco perché, per cercare di smorzare le polemiche, delle quali in Italia siamo sostanzialmente i maestri, è necessario modificare alcune regole. “E’ il momento di cambiare”, dice Collina senza mezzi termini, soffermandosi soprattutto sulla regola del fuorigioco e sui falli di mani.
Si tratta di due aspetti che fanno spesso infuriare le polemiche: nelle ultime settimane, ad esempio, ci sono stati tantissimi episodi in Serie A di fuorigioco millimetrici o di falli di mano lasciato spesso all’interpretazione del singolo direttore di gara. Sulla questione dell’offside, ad esempio, Collina difende i guardalinee spesso costretti a valutare in una frazione di secondo posizioni dubbie per pochi centimetri, ma al contempo nega si possa accettare l’errore solo perché una situazione sia difficile valutazione:
“Se chiedessimo ad un guardalinee di giudicare certe situazioni gli chiederemmo un compito non umano, ma allo stesso è un paradosso chiedere di accettare l’errore perché la valutazione è impossibile da fare. Credo che qualcuno debba al più presto mettere mano alla questione”.
Solo rendendo più semplice e meno interpretabile la regola, lascia intendere Collina, si può semplificare il lavoro degli assistenti e fare in modo di smorzare le polemiche. Il fallo di mani, poi, rappresenta un altro snodo cruciale, uno di quelli che rendono roventi alcuni post-partita:
“È l’unica regola a prevedere la punibilità solo in caso di gesto volontario. Le complicazioni – prosegue Collina – arrivano perché si è cercato di codificarla attraverso una serie di fattori andando molto oltre il significato letterale del termine”.
Questione sempre molto calda, l’espulsione del portiere con conseguente cartellino rosso e squalifica: gli addetti ai lavori sono tutti d’accordo sul ritenere la sanzione troppo penalizzante, Collina è d’accordo sul fatto che ci si debba lavorare.
“La quasi totalità del mondo del calcio ritiene rigore più rosso e squalifica una punizione eccessiva. L’obiettivo era punire chi volontariamente commetteva un fallo per impedire all’avversario di andare a rete, non chi cerca onestamente di arrivare sulla sfera ma arriva con un attimo di ritardo”.
Infine, quanto ai gol fantasma e alla tecnologia in campo, Collina rivela che qualcosa si sta muovendo dopo le resistenze iniziali. Occhio poi al “cartellino bianco”: l’ex arbitro sta con Platini:
“Non ha senso dare responsabilità ai giudici di porta, non sono stati pensati con questa funzione. La tecnologia del gol-non gol e gli addizionali possono essere usati insieme, bisogna però considerare il rapporto costo/benefici. A livello giovanile ha ottenuto ottimi risultati: ora va testato su un campionato più importante ma trovo giusto cercare di dare un’immagine di correttezza e fair play”.
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