Nella stagione in cui quasi tutti i numeri raccontano spietatamente le difficoltà della Juventus di Massimiliano Allegri da ieri c’è un’altra voce da aggiungere all’elenco: quella della percentuale di realizzazione dal dischetto. La Juve ha trasformato su rigore solo il 62,5% delle volte; pesano in tal senso gli errori dagli undici metri di Milik, Vlahovic e Bonucci. Per rintracciare un’efficenza peggiore bisogna risalire al pre Cristiano Ronaldo e più precisamente al 2017/18 quando su 12 tentativi ben 5 non furono seguiti dal gol. L’esecuzione di Milik col Bologna salta all’occhio per la bruttezza estetica del penalty: quel comico saltello, più adatto a un meme che a un calcio di rigore, seguito al tiro scialbo comodamente neutralizzato da Skorupski. «In momenti come questo devi calciare forte», lo ha ripreso Allegri nello spogliatoio e davanti alle telecamere. Fatalmente in quel momento della partita la Juventus non aveva in campo i suoi quattro specialisti: Di Maria, Vlahovic, Pogba e Bonucci. Arek ha fallito al suo primo tentativo in Serie A, anche se in carriera ne ha cestinati solo tre su 18 tentativi. Col senno di poi ci si sarebbe potuti affidare a Cuadrado che invece ha sempre fatto centro, anche se a fronte di sole cinque esecuzioni.
Forse una designazione errata, non certo la prima nella storia recente di Madama che già in passato ha sbagliato il rigorista prima ancora del calcio di rigore. Impossibile non citare il controverso rapporto tra Gonzalo Higuain e la massima punizione: due errori su cinque in bianconero, che significa 60% di media realizzativa. Per non parlare dello sfortunato rigore d’addio di Stephan Lichtsteiner, parato da Nicolas a cinque minuti dalla fine di Juve-Verona: un piccolo scarabocchio a conclusione delle storiche pagine scritte in bianconero dallo svizzero. Non che, quando si fuori dal seminato, debba finire necessariamente male. Nel maggio 2012 Barzagli, a primo scudetto di Conte già vinto, risultava essere l’unico giocatore di movimento della Juve a non aver trovato il gol. Contro l’Atalanta gli si concesse il privilegio del dischetto e Andrea realizzò senza esitazioni. Le stesse che invece ebbe, eccome, lo juventino Zaza con la maglia della Nazionale all’Europeo: lui sì, fece peggio di Milik…
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