Avevamo raccontato la sua storia il 20 novembre scorso, era già una notizia il fatto che Daniel Engelbrecht potesse tornare a giocare una partita di calcio professionistico a 16 mesi dall’arresto cardiaco che l’aveva sorpreso durante un match contro il Rot-Weiß Erfurt nel luglio 2013; ebbene, ieri il tecnico degli Stuttgarter Kickers, al secolo Horst Steffen, lo ha di nuovo inserito in campo al minuto 83: dopo i 3 minuti a lui concessi contro il Rot-Weiß Erfurt (come a chiudere simbolicamente il cerchio), altri 7 contro il Wehen Wiesbaden e sempre sul risultato di 1-1.
Questa volta però non ci sarebbe stato nessun clamore, se non fosse che Engelbrecht, che di professione fa l’attaccante, proprio all’ultimo respiro ha siglato il gol vittoria, interrompendo per altro una serie di pareggi che avevano un po’ frenato la sua squadra che ha chiare ambizioni di promozione in Zweite (ora milita in terza serie); inutile sottolineare come in campo sia esplosa la gioia, Engelbrecht si è tolto la maglia mettendo in mostra il defibrillatore e una canottiera con su scritto: “Nulla è impossibile“. A fine partite è scattata la festa sul rettangolo verde, lui ha spiegato:
“Credo che in questo stadio siano stati tutti contenti per me, anche i tifosi avversari. Tutti sanno cosa ho vissuto. Mi è stata regalato un giorno di cui mi ricorderò con commozione per tutta la vita. Ma spero di poter vivere altri momenti del genere”.
Una storia che insegna e dona speranza, ma anche un pizzico di amarezza per tutti coloro che non solo non hanno più potuto giocare a calcio, ma che addirittura hanno trovato la morte per problemi medesimi. Oggi però non è il tempo di recriminazioni: si celebra la vita, la determinazione, la splendida favola di Daniel Engelbrecht, 24 anni, calciatore professionista, goleador.
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