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Giovanni Armanini (OneFootball Italia): «La sentenza apre uno scenario nuovo in tutti gli sport. Anche in A22 c’è un elemento di populismo…» – ESCLUSIVA

Giovanni Armanini, esperto sul nesso tra sport e business e caporedattore di OneFootball Italia, è la persona giusta per aiutarci a districare la questione Superlega

L’odierna sentenza sulla Superlega comporta necessariamente approfondimenti, come ogni evento potenzialmente innovativo e non poco. Giovanni Armanini, esperto sul nesso tra sport e business e caporedattore di OneFootball Italia, è la persona giusta per aiutarci a districare una matassa complicata (e anche per questo, checché uno ne pensi, affascinante).

Oltre a una valutazione personale sul significato della sentenza, vorrei che ti esprimessi su quale tipo di reazioni ti sembra che stia generando in Europa. In altri termini: ti sembra che, al di là delle posizioni più o meno prevedibili, stia emergendo qualcosa di nuovo?

«Mi sembra che dal punto di vista dei principi noi italiani siamo a volte abituati a commentare le sentenze come se dietro ci fossero sempre delle ideologie o delle posizioni politiche. In questo caso è emerso il puro diritto dell’elemento costituente dell’Unione Europea: la libertà di impresa, la libertà d’azione e soprattutto le divisioni tra i poteri. Un ente regolatore non può essere un ente che poi diventa anche organizzatore, in questo caso di competizioni sportive. Quanto alle reazioni, le prime ore non possono che essere quelle attese. Io mi aspetto più reazioni nei prossimi giorni e se devo dire la verità mi entusiasma molto di più capire che cosa si potrà fare e cosa succederà anche negli altri sport. Perché questa sentenza è un’apertura del mercato assolutamente clamorosa. Significa che tutte le competizioni europee che venivano organizzate su base federale da oggi possono essere organizzate su base non federale. Questa è la grande novità. Questo è stato detto e questo è quello che viene sancito. Insomma, è un “tana libera” per tutti dirompente».

Apparentemente credo ci sia un elemento molto forte che possa squassare ulteriormente il modello di business oggi esistente: la gratuità della fruizione. Immagino che oggi diversi broadcaster tv si siano inquietati non meno degli organi istituzionali. É davvero così?

«Il tema della gratuità della fruizione è un tema sollevato da A22 in questo momento. Ma io credo – mi perdoneranno quelli di A22 e Reichart – se dico che un tema che in questo momento viene posto sul tavolo con una metodologia puramente populista, che già ben conosciamo nella politica e nella pratica quotidiana. La realtà è che oggi A22 ha bisogno di collocarsi al centro del dibattito e sicuramente sono certo che siano molto ben spalleggiati e che possano portare avanti le loro istanze. Però è bene precisare una cosa: dopo oggi, tutto quello che è stato fatto fino a ieri conta relativamente. Certo, hanno un peso la solidità, i rapporti, il lavoro di questi mesi ma l’elemento in più che fa la differenza è la dichiarazione di libertà della sentenza. Adesso chiunque può presentare un suo modello, chiunque può provare a fare un’operazione del genere. Ed è chiaro che i grandi club siano in una posizione di forza, ma quello di cui stiamo parlando è la fine del modello precedente. La gratuità del servizio, come succede per tutti i modelli di business, arriverà se sarà quella che garantirà il massimo profitto. Se questo arriverà attraverso la pay tv o la pay per view, lo streaming o altro lo vedremo. Anche perché non dimentichiamoci che una settimana fa l’Europa ha votato contro il geoblocking, un altro tema importantissimo di cui tenere conto».

Come immagini i primi passaggi dopo la sentenza Secondo te è realistico che prima o poi la Superlega possa sedersi a un tavolo con qualche interlocutore. É impossibile o è comunque troppo presto per delineare scenari?

«Esiste una società, la Super League, ed esiste A22 che di fatto è collegata ed è colei che dovrebbe funzionare da organizzatrice. Non ho dubbi sul fatto che in questi anni abbiano preso contatti con chiunque potessero. E sono certo che sono ben strutturati per andare avanti e per fare i prossimi passi. Adesso ci sono possibilità infinite. Ad esempio io mi aspetto una cosa che non è assolutamente fantascientifica, che in qualche modo l’Arabia Saudita arrivi e metta dei soldi sul tavolo per essere tra i fondi che daranno vita alla Superlega. In fondo è quello che stiamo vedendo negli ultimi anni, è appena successo in Bundesliga, è capitato nella Liga, non vedo perché lo si debba escludere per una lega che nasce ex novo. Di conseguenza, mi aspetto un’apparizione sulla scena di tante iniziative a tanti livelli diversi e di tanti attori dentro questo progetto».

Redazione F

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