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Gosens e la Nazionale: “Voglio il Mondiale ma la situazione del Qatar mi preoccupa”

Robin Gosens ha rilasciato un’interivsta ai microfoni di Kicker. Al centro della chiacchierata ci sono i prossimi Mondiali di novembre in Qatar, evento non solo calcistico: “La nazionale tedesca è eccezionale in ogni posizione. Ogni partita che non posso giocare è un argomento contro di me. La nazionale è la cosa più bella per me”. Gosens sta recuperando da un infortunio e sente spesso il suo allenatore. “Mi ha scritto subito e mi ha augurato il meglio. Per mesi ha continuato a chiedermi come stavo”.

Ovviamente l’obiettivo dell’ex calciatore dell’Atalanta è mettere in difficoltà Flick nelle scelte. “Questa è assolutamente la mia pretesa e il mio obiettivo. So di non giocare da molto tempo. Ma sono motivato e so che posso basarmi sulle mie prestazioni. E se è così, sono sicuro che il tecnico della nazionale mi avrà ancora in lista. Non voglio perdere questa grande occasione. Il Mondiale è il sogno più grande della mia infanzia e, da ora, ho una possibilità realistica di esserci. Se poi ignoriamo le circostanze… Ma non è possibile, quindi l’attesa è smorzata. Non vivo la vita alla cieca e sono molto consapevole di quello che è successo in questo Paese per costruire alcuni stadi. Sono preoccupato e in imbarazzo. Da un lato, si tratta del mio grande sogno d’infanzia e di un’opportunità forse unica di prendere parte a una Coppa del Mondo. Da piccoli giocavamo la Coppa del Mondo in giardino, sceglievamo un Paese ed eravamo per l’intera estate in Spagna o in Francia o in Ghana. Ci dicevamo: ‘Immagina quanto sarebbe fantastico essere davvero lì’. E ora potrebbe accadere! Ma ora si gioca in Qatar e non puoi davvero aspettarlo perché ci sono così tante altre questioni che mi toccano. Provo amarezza nel capire che non puoi vivere un Mondiale con grande aspettativa”.

“Per me un Mondiale è la cosa più grande, davvero. Non sto mentendo, niente è più grande. D’altra parte, conosciamo solo le tante criticità al di fuori del calcio. Ma non so se un boicottaggio servirebbe a qualcosa. Joshua Kimmich dice che sarebbe troppo tardi? Gli do ragione. L’approccio che preferisco. Sappiamo che il mondo intero ci guarderà e che comunque sarà un Mondiale politico. Perché non utilizziamo questa piattaforma per attirare l’attenzione sugli abusi? Certo, non puoi nemmeno andare lì e dare l’esempio. Ma puoi anche usare questo mese per inviare messaggi”.

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