L’incomprensibile trovata di Mauro Zarate costa caro all’argentino e al suo entourage. Una settimana fa l’attaccante si era liberato dai biancocelesti lasciando di stucco tutti e firmando un contratto con il Velez Sarsfield, la sua ex squadra ai tempi della militanza nel campionato argentino. Il Velez, club in cui Zarate ha giocato dal 2004 al 2007, scrisse un comunicato piuttosto surreale in merito alla vicenda: “La leggenda continua. L’accordo è stato trovato oggi (ieri, ndr) e nelle prossime ore verranno ultimati gli ultimi dettagli dell’operazione. Domani (oggi, ndr) Zarate sosterrà il primo allenamento. Bentornato a casa, Mauro. Ti stavamo aspettando“.

Zarate, in causa con il club capitolino per mobbing, in attesa del lodo arbitrale, sognava il ritorno in patria grazie all’art. 14 della Fifa. Ma pochi minuti fa il collegio arbitrale presieduto dall’avvocato Zaccheo ha rigettato la domanda del calciatore argentino per rescindere il contratto condannando l’argentino al pagamento delle spese processuali che ammontano a 10mila euro. In base al verdetto, il giocatore resterà legato alla Lazio fino al 30 giugno 2014, giorno della scadenza del suo contratto. Resta da capire la posizione del Velez Sarsfield che si trova tra le mani un contratto firmato, ma a questo punto senza alcun valore.

La Lazio intanto ha già diffidato il calciatore e il club argentino e chiesto alla Fifa di intervenire. Il presidente biancoceleste Claudio Lotito è inoltre intenzionato a chiedere i danni al calciatore. Il numero uno biancoceleste ha attaccato duramente Zarate pochi giorni fa:

“E’ un frutto andato a male. Se lei raccoglie dei frutti da un albero, può darsi anche di trovarne alcuni che sono andati a male. Se una persona non ha un forte equilibrio, soprattutto in una città difficile e pressante come Roma, rischia di essere travolto assumendo comportamenti non in linea con la realtà”.

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