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IL FOCUS – Juve con poche idee e mai pericolosa. Ma l’assenza di Vlahovic non può essere una scusa

Poche idee e molto confuse in avanti. Mai pericolosa la Juve che a Bergamo ha sentito l’assenza di Dusan Vlahovic

Era difficile immaginarsi un copione diverso da quello che poi è stata davvero Atalanta-Juve. I bergamaschi ad attaccare, tenendo il pallino del gioco in mano, con la squadra di Allegri ad attendere il momento giusto per ripartire in contropiede, sperando di trovare il varco giusto per bucare la porta di Musso. Quello che è venuto meno, però, è stata proprio quest’ultima parte, con i bianconeri che contano la miseria di tre tiri in porta nell’arco dei novanta minuti di gioco, con una media di appena 0,19 di expected goals.

Impalpabile Kean, mai entrato in partita e anzi finito nella morsa dei tre difensori atalantini senza alcuna possibilità, ma neanche voglia a tratti, di uscire da quel senso generale di piattume che ha accompagnato la sua prestazione. Il classe 2000 raramente si è visto, sparendo poi del tutto nella seconda frazione e riapparendo giusto in tempo per il cambio con il più giovane Yildiz, mossa della disperazione di Max per provare a smuovere le acque in avanti. Ha provato a fare di più Chiesa, unico con Fagioli e scaldare i guantoni di Musso, ma allo stesso tempo troppo impreciso. Inevitabile, però, essere appannati se in avanti ti ritrovi tutto il peso dell’attacco sulle spalle, vista la pesantissima assenza di Dusan Vlahovic.

Che il bomber di Belgrado sia ormai imprescindibile è sotto gli occhi di tutti, ma ancor di più ieri si è sentita la mancanza del numero 9, vero e proprio punto di riferimento anche per i compagni. La sua voglia di riscatto e l’intesa con lo stesso Chiesa avrebbero certamente fatto più comodo di uno sbiadito Kean o dell’ancora acerbo Mancini, chiamato come soluzione d’emergenza per la panchina. Ma non può essere una scusa, perchè sentir parlare di Allegri di soddisfazione per uno 0-0 e di “paura di voler fare gol“, è un qualcosa che va a cozzare totalmente con quel motto del “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta” di cui la stessa Juve si è vantata a più riprese qualche anno fa. Questa squadra, se vuole la Champions, può e deve fare molto di più, a prescindere da chi scende in campo.

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Redazione F

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