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Is Arenas, Cellino ai domiciliari. Ma le accuse si aggravano


Il tribunale del riesame ha concesso a Massimo Cellino gli arresti domiciliari, così come al sindaco e all’assessore ai Lavori pubblici di Quartu, Mauro Contini e Stefano Lilliu. La notizia è di pochi minuti fa.
La decisione arriva dopo che ieri nel corso dell’udienza sulla richiesta di scarcerazione le accuse nei confronti del Presidente del Cagliari (ma anche per quanto concerne le altre persone coinvolte, tra le quali pure i funzionari Pierpaolo Gessa e Andrea Masala e l’impresario Antonio Grussu) pareva si fossero aggravate. Infatti l’accusa aveva formulato l’ipotesi di peculato consumato e non più quella di tentato peculato, che inizialmente era stato loro rivolta.
Oggi, in mattinata, i tre lasceranno il carcere cagliaritano di Buoncammino, dove si trovavano dal 14 febbraio scorso quando furono arrestati dal Corpo Forestale dello Stato perché coinvolti nell’inchiesta della procura di Cagliari per la costruzione dello stadio di Is Arenas, a Quartu.

Secondo l’accusa, Cellino, Contini e Lulliu avrebbero usato fondi del Pia Molntargius-Serpeddi per costruire alcune parti dello stadio del Cagliari, invece di utilizzare soltanto le disponibilità economiche del club sardo.

Evidentemente i magistrati del riesame hanno deciso che non ci sono più gli estremi per il pericolo di inquinamento delle prove e che quindi la misura della detenzione in carcere è eccessiva. A dispetto di quanto possa apparire superficialmente, l’accoglimento dell’istanza degli avvocati degli indagati è legata alla modifica dell’imputazione per gli stessi poiché una volta che si è avuta la prova del compimento del reato (dai verbali degli interrogatori dei due dirigenti comunali implicati nella vicenda e dell’imprenditore che ha eseguito i lavori) le esigenze cautelari sono venute meno.
Gli indagati attenderanno ai domiciliari gli sviluppi dell’inchiesta.
Peraltro nella giornata di ieri era stata comunicata anche un’altra notizia, stavolta riguardante il vicepresidente del Cagliari Marcello Vasapollo: anche lui è stato iscritto nel registro degli indagati perché accusato di alcune violazioni urbanistiche. In questo caso si tratta di un nuovo filone d’inchiesta che potrebbe presto confluire in quello principale.

Massimo Galanto

Classe 1988, pugliese di nascita, è giornalista pubblicista dal 2010. Scopre il mondo dei blog per caso, dopo esperienze legate ai giornali di ‘carta’. Laureato prima all'Università degli Studi di Bari e poi a La Sapienza di Roma, vive nella Capitale. Ma in questo momento potrebbe essere ovunque.

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