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Juventus, 30mila euro di multa per i cori e gli insulti rivolti a Boateng e Balotelli

Nessuna squalifica per lo Juventus Stadium come richiesto dalla Gazzetta dello Sport. Il giudice sportivo ha usato la mano pesante nei confronti della società bianconera, assegnandole una multa per un totale di 30 mila euro, ma ha deciso di non squalificare lo Juventus Stadium sul quale pende una diffida per i cori razzisti già dal girone d’andata. Nessuno, o quasi, ha udito distintamente cori razzisti rivolti nei confronti di Kevin Prince Boateng, tranne Marco Pasotto della Gazzetta dello Sport che nelle ore immediatamente successive all’incontro Juventus-Milan ha riportato di aver udito alcuni odiosissimi ‘buuu’ della Curva Nord della Juventus Stadium, quella dove siedono gli iscritti ai Club Doc.

Il giudice sportivo Tosel nella sua relazione non ha collocato temporalmente cori o ‘buu’ razzisti nei confronti di Boateng prima del fischio d’inizio, ma ha invece multato con 10mila euro per un episodio accaduto al 26° del primo tempo nel quale ci sarebbero state “grida costituenti espressione di discriminazione razziale“. La stessa cifra di 10mila euro è stata invece comminata per gli insulti “ad un calciatore della squadra avversaria, non schierato in campo“. Naturalmente si parla di Mario Balotelli da sempre ‘poco simpatico’ agli ultrà bianconeri.

In questo caso non ci sono stati cori contenenti discriminazione razziale, ma semplicemente degli insulti. Sconcertante quanto ridicola la decisione del giudice sportivo visto che tutte le curve insultano giocatori e tifosi avversari, ma nessuna società riceve multe per i cori offensivi. Proprio nella stessa partita infatti la Curva Sud (e non solo) ha reiteratamente insultato il rossonero Mexes con cori di vario tipo, ma in questo caso non sono arrivati provvedimenti.

Altri 10mila euro di multa sono invece dovuti ad uno striscione offensivo nei confronti delle forze dell’ordine, del quale però non è riportato il contenuto. Il risultato della relazione di Tosel è cervellotico ed in larga parte privo di senso; se ci sono stati realmente cori razzisti, come evidentemente riferito dal delegato federale preposto a controllare il comportamento dei tifosi, lo Juventus Stadium doveva essere squalificato. Non dovrebbe esistere alcun tipo di tolleranza nei confronti di una tifoseria già diffidata per gli stessi motivi. Paradossale invece la multa per i cori offensivi, consuetudine di tutte le tifoserie in tutti gli stadi del pianeta.

Viene però da chiedersi se non sia arrivato il momento di smetterla di applicare il regolamento su spinta di questo o quel giornale che invoca una multa o una squalifica. Nei mesi scorsi nel nostro piccolo abbiamo segnalato episodi molto gravi, come l’enorme boato di ‘buuu’ rivolti dalla tifoseria romanista all’interista Pereira dopo un fallo su Totti nella semifinale di andata di Coppa Italia; si trattò di un frastuono perfettamente udibile anche guardando la partita davanti alla televisione che però nessuno dei principali media sottolineò e nessuno, quindi, punì.

“Inizia” a venirci il dubbio che il Giudice Sportivo non sia poi così autonomo come invece dovrebbe essere.

La Juventus, dopo aver preso visione del comunicato di Tosel, ci ha tenuto a precisare il proprio impegno nella lotta alle discriminazioni razziali:

Juventus Football Club ricorda ai propri tifosi e ai media di essere impegnata in progetti dedicati all’integrazione e al contrasto di ogni forma di razzismo o discriminazione. La società ha infatti intrapreso un’intensa collaborazione con il centro Unesco di Torino, sotto il patrocinio dell’Unesco, per “Un calcio al razzismo”, giunto alla sua terza edizione e ha dato il via, da questa stagione, a “Gioca con me”. Entrambi i progetti sono stati celebrati giovedì 21 marzo in occasione della “Giornata Mondiale contro il razzismo”.

L’impegno del club, ribadito in ogni partita casalinga, grazie al video consultabile qui, non può essere messo in discussione da pochi comportamenti di singoli spettatori della partita o da gruppi di spettatori, molto enfatizzati dalla grande visibilità mediatica che il calcio offre. Tali comportamenti non rappresentano la posizione della società, dei suoi milioni di tifosi e neppure della stragrande maggioranza degli spettatori dello Juventus Stadium, che rappresenta un esempio unico a livello italiano.

Questa precisazione non intende mettere in discussione in nessun modo le decisioni del giudice sportivo, anzi deve essere interpretata come auspicio perché i comportamenti più volte sanzionati allo Juventus Stadium siano sanzionati con pari attenzione e collaborazione dei club anche altrove.

Stefano Capasso

Sono un giornalista pubblicista residente a Bologna. La mia collaborazione con Blogo è iniziata nel giugno del 2009 con il magazine CalcioBlog.it. Sfruttando la mia passione per molti altri sport oltre al calcio, dal luglio 2012 ho iniziato a scrivere anche su OutdoorBlog.it in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012.

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