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Juventus-Atalanta: critiche sì, Allegri alla gogna no

Dopo tre anni di “centrifuga” Conte, arrivare alla Juventus era molto, molto difficile. Chiunque avrebbe sofferto i paragoni. Soprattutto perché, in Italia, era oggettivamente difficile reggere il confronto con il salentino. Massimiliano Allegri – quando siamo nella fase decisiva della stagione – è ancora visto con molto scetticismo da buona parte del popolo bianconero.

Non importa se sia al comando della classifica praticamente dall’inizio, con un vantaggio che ora oscilla tra il +7 e il +10 sulla Roma (l’anno scorso, di questi tempi, era +6). Neanche che sia ancora in Champions, mentre l’anno passato eravamo in Europa League. E che Buffon e compagni siano anche in semifinale di Coppa Italia. Non importa niente. Il popolo juventino rimane innamorato di Conte, del suo gioco, della sua fame. Del suo essere martellante.

Juventus – Atalanta 2-1 Serie A | 20 febbraio 2015 | Foto






























La gara vinta ieri con l’Atalanta è lo specchio di questo partito trasversale. Che poi è la maggioranza. La Juve non ha giocato bene. Ha confermato di avere la capacità di farsi venire i sei minuti, capovolgendo il risultato, poi ha avuto paura di un’altra beffa in stile Cesena, facendo stare sul chi vive tutti i suoi tifosi fino al fischio finale. Non è in un periodo di gran gioco, la Signora. Questo bisogna considerarlo. Ma chissà che non sia colpa della preparazione, proprio in vista di martedì con il Borussia Dortmund.

Certo, sarebbe meraviglioso se in quattro giorni Pogba e Tevez – invece di camminare – saltassero come grilli contro i tedeschi. Cosa forse impossibile. Più probabile che la forma sia buona al ritorno. D’altronde, un preparatore atletico deve considerare i mesi di gennaio e febbraio come transitori, per poi riprendere a marciare a pieno regime da marzo a maggio. Dunque, diamo quest’alibi alla squadra. E ad Allegri.

Detto questo, Conte forse sapeva frustare di più e meglio i suoi ragazzi. Sapeva cogliere il meglio da tutti. Pure dai comprimari. Non per nulla, così giovane, è già sulla panchina della Nazionale. Ma Allegri non può essere messo alla gogna. Soprattutto perché, in Italia, da sempre si guardano prima i risultati e poi il gioco. Soprattutto perché Capello e Trapattoni non è che facessero bollicine. Vincevano. E avevano ragione. E se, in questo caso, ce l’avesse pure Max?

alessandropignatelli

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