Beppe Marotta, direttore generale della Juventus, è stato ospite di Radio Anch’Io Sport dove ha commentato i casi che hanno riguardato nelle ultime ore il club bianconero. A partire dalla denuncia fatta in conferenza stampa da Antonio Conte sul clima da guerriglia che si crea ogniqualvolta la Signora affronti una trasferta in campionato, al punto da impedire ai suoi familiari di seguirlo nei vari stadi d’Italia:
La situazione sta degenerando: ogni volta che andiamo in trasferta veniamo scortati da blindati della polizia e accolti da bastonate e lanci di pietre. Sicuramente il tifo può diventare vessatorio. Ci sono situazioni non solo riconducibili al tifo. Mi sembra di essere tornati al tempo dei romani e dei gladiatori, ‘mors tua, vita mea’, ma la situazione deve essere allargata; è una questione di cultura e di educazione e bisogna trovare gli elementi che possano acculturare questi ragazzi.
Marotta ha spiegato che sebbene sia impensabile che un allenatore “possa restare una vita in una società, a parte Ferguson” è “certo che nei prossimi anni avremo ancora Conte con noi”, nonostante le dichiarazioni di frustrazione rilasciate nelle scorse ore dal diretto interessato. Il direttore generale ha commentato anche l’esultanza del tecnico salentino nel finale della gara di Bologna, che ha fatto infuriare il collega Pioli:
Si è trattato di piccoli gesti di libertà da tollerare. Quella di Conte è stata un’esultanza rivolta solo alla nostra gente, senza assolutamente mancare di rispetto agli avversari, nonostante lui sia stato insultato dai tifosi avversari in tribuna. Il calcio è un contenitore di emozioni che a mio parere non vanno represse.
Per il resto Marotta – che ha smentito nuovamente che Ibra possa tornare a Torino – ha ammesso l’orgoglio per “aver ricostruito una grande società”, anche se ha invitato a mantenere i piedi per terra, nonostante i 12 (13 potenzialmente, considerando lo scontro diretto) punti di vantaggio sul Napoli:
In campionato siamo messi bene ma mancano ancora nove partite e quindi serve grande umiltà, ci sono ancora tante tappe da superare. Per la Champions posso dire che è motivo di grande orgoglio essere tornati nell’elite e speriamo anche che la fortuna adesso ci assista un pochettino.
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