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Juventus: se Morata centra la porta e non i portieri

Date spazio allo spagnolo. Ed eccolo lo spagnolo, Alvaro Morata, chiudere i conti al Castellani di Empoli. E ridare alla Juventus la vetta solitaria nel sabato che aveva visto, poche ore prima, crollare la Roma a Napoli. Prima da titolare per la punta del Real Madrid e secondo gol in campionato con la maglia di Madama.

Poco prima, era stato Andrea Pirlo a sbloccarsi, con una punizione delle sue. E insomma, dopo un’ora di gioco complicata, la Juve è tornata così a vincere in trasferta. Viene da dire che ieri non è stato tanto il gioco a restituire ai campioni d’Italia il primato, ma le prodezze dei singoli. Prima il professore, poi il golden boy. Ma sarebbe ingeneroso nei confronti di altri singoli, non citarli: da Buffon a Giovinco: anche loro due sono stati decisivi. E se stiamo parlando di quattro giocatori su undici, non possiamo più spiegare il successo di ieri solo con le prodezze di pochi campioni.

Quattro undicesimi di Juve si sono ripresi il centro del palcoscenico. Portando a rimorchio tutta la squadra. Perché Marchisio ha fatto il suo anche prima dei due gol, Ogbonna ha combattuto per tutto il primo tempo, nonostante la botta. Poi c’è stato spazio pure per le sgroppate di Padoin e per i minuti eccellenti di Tevez, risparmiato per la Champions.

Tutto questo per concludere che non è stata una Juve extra lusso quella del Castellani, ma una Juve che ancora una volta è cresciuta alla distanza. E che questa volta sì, con il passare dei minuti ha fatto valere la differenza di tasso tecnico rispetto all’Empoli. Una Juve che sta recuperando uomini (anche se in difesa, invece, si perdono pezzi) e si spera anche fiducia.

Certo, se Alvaro Morata comincerà a centrare la porta e non i portieri, allora per Fernando Llorente sarà difficile riguadagnarsi il posto da titolare. Ma il Morata visto in campo ieri ha assoluto bisogno di un Tevez vicino. Più che di un Giovinco, che pure ha lottato, conquistando la punizione del vantaggio. Ecco allora che in Champions potremmo vedere uno al fianco dell’altro proprio l’Apache e lo spagnolo del Real. E forse anche in futuro. Così come una Juve bella e vivace anche nel primo tempo, l’unica cosa che è mancata in fin dei conti ieri in Toscana.

alessandropignatelli

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